Due ruote per il futuro |
Si e' conclusa a Milano la
Prima Conferenza Nazionale della Bicicletta “Inbici - Due ruote per il futuro”, organizzata dal Ministero dell’Ambiente e dalla Provincia di Milano (9-11 novembre 2007).
Tre giorni di dibattiti, seminari, fitti incontri che hanno visto affrontare,
per la prima volta in Italia, i temi della mobilità ciclistica in un’ottica non più di settore ma “trasversale”, con una visione finalmente strategica, aperta e complessa, coinvolgendo in termini partecipativi la rete associativa, con i suoi centri di competenze, e i cittadini, insieme ai grandi decisori, alle istituzioni, agli enti locali, agli amministratori e ai tecnici, alle aziende e agli enti.
Tre giorni per discutere, per confrontarsi, per capire cosa manca in Italia per far decollare una vera, concreta politica della mobilità ciclistica, quali contenuti essa debba avere, quali passi sono necessari, e per riflettere in modo informato sulle tante nostre arretratezze ma anche sui molti spunti positivi che pure si affacciano nel frastagliato orizzonte della nostra penisola.
Molta è ancora la strada da percorrere perché si possa finalmente vedere affermato il principio che l’Italia non è solo “lunga”, nella sua estensione territoriale, ma anche veramente “una” ed europea a pieno titolo, in fatto di mobilità sostenibile.
Come ha autorevolmente osservato nel suo intervento Manfred Neun, presidente di
European Cyclists’ Federation, se anche solo un decimo di quanto emerso nel corso della Conferenza troverà attuazione, per l’Italia sarà una vera rivoluzione. Una rivoluzione dolce e leggera, su due ruote. Ma con effetti straordinari.
Da qui è nato
un doppio impegno: quello di rendere la Conferenza un appuntamento di confronto a cadenza biennale itinerante in Italia, sul modello di Velo-City, e quello, fatto proprio esplicitamente dal Ministro dell’Ambiente al termine della conferenza, di istituire un Servizio nazionale per la Mobilità Ciclistica.
E’ stata purtroppo rilevata la mancata copertura informativa dei principali
media nazionali che, con qualche lodevole eccezione, hanno “bucato” l’evento. Si è infatti parlato soprattutto dei pesanti disagi del traffico automobilistico in occasione del Salone del Ciclo e Motociclo alla Fiera di Rho, delle code chilometriche, dell’inadeguatezza di strade e parcheggi, delle insufficienze del trasporto pubblico, del grande affollamento di visitatori, della presenza di Vip. Ma, a proposito di “scomparsa dei fatti”, la Conferenza della bici è rimasta nell’ombra.
C’è da chiedersi, e su questo crediamo occorra riflettere seriamente tutti insieme, pur nel rispetto dei diversi ruoli, come si possa promuovere un cambiamento culturale condiviso, davanti alle note e annose difficoltà che la mobilità dolce trova storicamente nel nostro Paese, se occasioni come questa - che non vogliono essere mere passerelle, ma costituire un punto di approdo significativo con la messa a fattor comune di esperienze importanti e spesso ancora isolate - non trovano attenzione e restano confinate, quando va bene, alle pagine locali o alla esperienza dei singoli partecipanti, per quanto numerosi e qualificati essi possano essere.
Dopo i saluti istituzionali, il dibattito di apertura di venerdì, moderato da Paolo Garimberti, ha visto da subito aprirsi il confronto con alcune realtà europee, direttamente dalla voce dei protagonisti: il
Bicycle Master Plan della Germania (relatrice Dagmar Meyer, Ministero federale per il Traffico),
Monsieur Vélo e il caso di Parigi (con il rappresentante del Governo francese Hubert Peigné, coordinatore delle politiche per la mobilità ciclistica), l’esperienza spagnola delle
Vias Verdes, riportata dalla responsabile Carmen Aycart Luengo, e la posizione dell’Unione Province Italiane sul tema della bicicletta nelle politiche di governo del territorio tra mobilità quotidiana, programmazione e interventi, esposta dall’assessore Pietro Mezzi. E ancora: la relazione di Luigi Riccardi, direttore FIAB, sulla bici come strumento ecosostenibile nelle politiche per gli spostamenti quotidiani, per il turismo e per la salute, quella del responsabile del settore amatoriale della Federazione Ciclistica Italiana, Carlo Zuccaro, sul ruolo della bici nell’educazione all’ambiente e allo sport.
Partendo dagli spunti della sessione plenaria di venerdì, i partecipanti (oltre ottocento le presenze registrate) hanno dato vita, nell’intera giornata di sabato 10 novembre, ai numerosi workshop di approfondimento, distribuiti nelle aule della Fiera Milano di Rho-Pero.
Diciotto i filoni tematici dei
workshop, nei quali molti esperti FIAB erano tra i relatori:
- Pianificazione delle reti e progettazione delle infrastrutture
- Modelli istituzionali
- L’integrazione modale, le bici sul treno e nel trasporto pubblico locale
- Modelli economici e mobility management
- Sicurezza del ciclista e moderazione del traffico
- Promozione e turismo
- Riforma del Codice della Strada (CdS)
- Itinerari e grandi reti ciclabili
- Adeguamento della legislazione nazionale e regionale
- Fruizione sostenibile delle aree protette
- Aggiornamento dei regolamenti tecnici e della progettazione
- Accessibilità, supporti e promozione
- Benefici sull’ambiente e il territorio
- L’educazione allo sport
- Benefici sull’individuo
- L’agonismo: organizzazione e formazione
- Sicurezza delle biciclette e dei dispositivi di protezione individuale
- L’educazione alla mobilità nell’età scolare e per gli adulti
Nel corso di uno dei seminari più “caldi”, quello sul tema della
intermodalità con i mezzi pubblici, è emerso il grave ritardo culturale del vettore ferroviario italiano.
Dopo lo scioglimento del monolitico Ente Ferrovie dello Stato, con le cui rigidità burocratiche ogni confronto era una missione impossibile, la moltiplicazione dei soggetti titolati (Trenitalia, Rfi, Grandi Stazioni, Cento Stazioni, etc.), lo spacchettamento di competenze e responsabilità, l’assenza di coordinamento, la frequente rotazione e la permanente instabilità delle figure di riferimento dirigenziali, hanno creato più di una difficoltà, se è vero che, ancora oggi, l’offerta di strutture e servizi per la mobilità ciclistica è spesso carente, quando non del tutto assente e con poche e ristrette aree di soddisfazione: ad esempio, si è citato il caso della
Stazione Centrale di Milano, una delle più grandi ed importanti d’Italia, dove il progetto di ristrutturazione attualmente in corso di esecuzione, per importi da milioni di euro, non prevede praticamente nulla in termini di accessibilità ciclistica. Errori progettuali, sicuramente, ma anche deficit della committenza che non ha evidentemente saputo tenere conto di bisogni attuali e futuri.
Si è dunque ribadito che
bici e mezzi pubblici sono alleati nella lotta contro traffico e inquinamento e per una migliore mobilità, consapevoli che, nel settore dei trasporti, l’offerta modifica la domanda e che, anche per questo, è indispensabile una piena collaborazione dei diversi soggetti, a partire dai responsabili manageriali delle aziende del pubblico trasporto.
Domenica 11, al termine della sessione plenaria del mattino, dove sono state riportate le sintesi dei lavori dei diversi workshop del giorno precedente, i partecipanti alla conferenza nazionale hanno approvato per acclamazione il
documento conclusivo dei lavori, che è accessibile al seguente link:
http://www.bici2007.it/bici/manifesto/index.html.
I lavori saranno oggetto di organizzazione e pubblicazione attraverso il medesimo sito istituzionale.
Le presentazioni dei relatori FIAB, che hanno dimostrato l’importanza del ruolo e delle autentiche competenze della nostra associazione, sono disponibili a questo indirizzo:
http://www.ciclodi.it/notizia.asp?IdN=1357La FIAB ha inoltre presentato cinque quaderni tecnici del
"Centro Studi FIAB Riccardo Gallimbeni" sui seguenti argomenti: Bicicletta, sicurezza stradale e mobilità sostenibile (a cura di E. Galatola); Bicitalia, Rete Ciclabile Nazionale, Linee guida per la realizzazione (C. Pedroni); Il Codice della Strada e la bicicletta (E. Chiarini); Un'idea per il cicloturismo. L'esperienza di Albergabici della FIAB (M. Mutterle); Girogirotonda. La protezione dei ciclisti nelle rotatorie stradali (A. Marescotti – M. Caranti).
Questi interessanti documenti sono scaricabili dal sito FIAB
www.fiab-onlus.it.
Almeno due primi parziali effetti positivi della Conferenza nazionale della bicicletta ci sono stati, anche a Milano: la presentazione pubblica, da parte dell’assessore Croci, del Piano della Mobilità Ciclistica, che ora si apre finalmente alla fase della consultazione civica, prima della sua definitiva approvazione, e l’annuncio dell’avvio del servizio di Bike Sharing sul modello parigino.
Ora attendiamo le prime realizzazioni. La credibilità della nuova attenzione politica pro-bici deve partire dal rispetto degli impegni. Misurandosi in modo coerente con i contenuti e gli obiettivi.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus e coordinatore regionale FIAB Lombardia)