Aurelio Heger era un nostro appassionato capogita. Di origine ebraica e appassionato d'arte, cultura e cucina, organizzava ogni anno giri in bici per visitare luoghi simbolici della religione ebraica.
Anche il buon cibo era una delle sue passioni e molti suo giri conducevano in antiche locande o ristoranti ove gustare piatti tipici della tradizione locale o ebraica.
Chi ha pedalato insieme a lui ne ricorderà la simpatia, la grande cultura, la disponibilità e un tocco di confusione con la conseguenza che si sapeva quando si partiva ma mai quando si sarebbe tornati.
Una funzione in ricordo di Aurelio si svolgerà domenica 24 agosto alle 12 al cimitero Maggiore di Milano (presso il cimitero ebraico in via Jona).
Ricordiamo che secondo il rito ebraico per gli uomini vale l'obbligo del capo coperto.
Per chi lo desidera appuntamento davanti alla sede di Ciclobby (via Borsieri 4/e) alle 10:45 con partenza alle 11 in bici.
Ecco il testo della notizia come riportata da un giornale del Canton dei Grigioni:
Domenica 18 agosto 2014
Uscito di strada lungo un tornante, è precipitato da un muro di otto metri. Inutili i soccorsi dei sanitari dell'alta Engadina
Un ciclista italiano di 54 anni ha perso la vita ieri pomeriggio sul passodel Maloja dopo essere uscito di strada. I soccorritori giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne la morte, indica la polizia cantonale grigionese in una nota diramata stamane.
Un ricordo di Aldo Monzeglio, Presidente onorario di FIAB Ciclobby Milano:
Rivedo diversi momenti di incontro con Aurelio che, a volte, ho affiancato pedalando, lui come imprevedibile capogita, incontrato per caso in qualche punto della Città, ora con la bici, una volta col cane o, alla Centrale, con la macchina fotografica e l'armamentario per andare a insegnare, in trattoria davanti ad un secondo, in pullman al ritorno da una gita, le guance colorate e gli occhi limpidi di chi sa apprezzare le cose, in Sede dove appendeva in mostra le foto della ferrovia appena dismessa, destinata a pista ciclabile. Con lui ricordo scambi di impressioni e discorsi non banali , così come lo era la sua figura voluminosamente agile e sorridente e che a me, per via della barba, l'abbigliamento, la complessione generale faceva venire in mente quell'Artista inglese che era stato maestro di disegno della regina Vittoria.