posted by Presidente on 13/11/2010
Alcune centinaia di persone hanno partecipato oggi alla manifestazione indetta da Fiab CICLOBBY per la consegna delle oltre 3000 firme raccolte a sostegno della petizione per dare “
strada alla bici in corso Buenos Aires”.
Nella riqualificazione che si sta completando, costata diversi milioni di euro, manca qualsiasi segno di attenzione alle esigenze dei ciclisti che, numerosissimi, utilizzano ogni giorno quella strada.
Le aree di sosta sono disegnate con semplici strisce sull’asfalto e non hanno sostegni fissi cui poter legare la bici; il ciclista non ha neppure un proprio spazio di sicurezza definito da una corsia ciclabile e non vi è cenno di sviluppo delle nuove stazioni del bike sharing.
Corso Buenos Aires, luogo simbolico della città e arteria commerciale fra le più importanti d’Europa, rischia dunque di essere, alla fine dei lavori, una strada nemica della bici, un nuovo, ulteriore esempio delle occasioni mancate per il rilancio della mobilità sostenibile, a causa di una visione miope di chi dovrebbe curare l’interesse pubblico.
I manifestanti si sono radunati in piazza Argentina alle 10.30 e, percorrendo corso Buenos Aires, hanno raggiunto in bici Palazzo Marino.
Qui hanno trovato ad accoglierli Manfredi Palmeri, presidente del Consiglio comunale, al quale CICLOBBY, per voce del presidente Eugenio Galli, ha chiesto di calendarizzare la discussione in aula della mozione che, ricalcando la petizione di CICLOBBY, è stata presentata anch’essa da qualche mese, a firma di consiglieri della maggioranza e della minoranza.
Palmeri ha ringraziato l’associazione e i cittadini che si sono mobilitati per richiedere la dovuta attenzione su questi temi e si è impegnato ad un pronto inserimento della mozione nell’ordine dei lavori del Consiglio comunale del 22 novembre.
Il presidente Palmeri ha poi ricordato il valore civico e politico della discussione sulla mozione da parte del Consiglio, la cui attuazione resta in ogni caso di competenza dell’Amministrazione.
Sempre sulla piazza, davanti a Palazzo Marino, ci sono stati alcuni altri brevi ma significativi interventi .
Il consigliere comunale Carlo Montalbetti ha raccomandato a tutti coloro che hanno a cuore questi temi di essere anche presenti il giorno della discussione della mozione in Consiglio comunale, per segnalare anche in questo modo l’attenzione e l’interesse alle risposte concrete che occorre dare alle esigenze che la petizione segnala. Ha evidenziato altresì il collegamento che questi temi hanno con l’iniziativa popolare referendaria per la qualità dell'ambiente e la mobilità sostenibile a Milano, i cui cinque quesiti saranno presto sottoposti al voto dei cittadini.
Edoardo Croci ha osservato che la questione della ciclabilità di corso Buenos Aires ha un valore altamente simbolico se si vuole trasformare la città, migliorandone la vivibilità anche attraverso una mobilità sostenibile, come è quella resa possibile dalla bicicletta. Ed ha ricordato che il Comune ha occultato, tenendolo nei cassetti, il Piano della Mobilità Ciclistica che l’Amministrazione aveva preparato, quando lui era assessore, con la collaborazione di Fiab CICLOBBY.
Paolo Uguccioni, in rappresentanza del Comitato di quartiere e dell’associazione dei commercianti di via (Buenos Aires Futura), ha molto apprezzato l’impegno che l’associazione Fiab CICLOBBY sta portando avanti anche attraverso la petizione, perché la bici, insieme alla pedonalità e ai trasporti pubblici, faccia parte a pieno titolo della mobilità cittadina, ancora troppo fossilizzata sull’uso, e sull’abuso, del mezzo privato a motore. Uguccioni ha anche insistito sulla necessità che la Polizia Locale svolga appieno il proprio ruolo di controllo sul rispetto delle regole della viabilità e della sosta.
Tra i presenti anche Gherardo Colombo, firmatario della petizione, che, da ciclista quotidiano, ha evidenziato l’importanza di dare a chi va in bici attenzione concreta, anche attraverso interventi semplici che garantiscano la sicurezza di chi sceglie questo mezzo di trasporto e ne favoriscano il più possibile la diffusione. Colombo ha altresì osservato che il tema delle regole riguarda tutti, e ovviamente anche i ciclisti.