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Trittico dei castelli canavesi due (09/04/2006)
Trittico dei Castelli Canavesi,
Le aspettative meteorologiche prevedevano pioggia,domenica 09 aprile nel Canavese.
Noi abbiamo voluto,in quindici,tentare ugualmente la gita in programma e siamo partiti da Chivasso verso le 11 del mattino.Il cielo era nuvoloso e con un po’ di nebbia, ma si pedalava piacevolmente in quella strada rettilinea che,a ttraversando Foglisco porta fino a Caluso. La campagna d’intorno era ancora in parte brulla, ma i campi di grano verdi ancora in erba, e le piante di pesco fiorite che si aprivano alla primavera, rendevano l’ambiente discretamente colorato.Come spesso accade nelle nostre gite, anche in questa il gruppo di partecipanti era molto eterogeneo atleticamente; questo provocava lunghi distacchi tra i primi e gli ultimi e così, (coadiuvato da Alessandro Martelli, che chiudeva diligentemente il gruppo) risolvevo l’inconveniente facendo fare alcune soste di ricongiunzione. Arrivati sul lago di Candia ci siamo concessa una gradevole pausa pranzo, a ridosso della spiaggia, in un locale che ci ha permesso di gustare piatti come, le pappardelle al ragù di cinghiale, tagliolini della casa, meringate al cioccolato ecc.ecc.-
La parte più bella della gita è arrivata però dopo la pausa pranzo, quando ci siamo inoltrati in un sentiero costeggiante la Dora Baltea in cui si pedalava in un corridoio alberato, leggermente in discesa, accompagnati dal leggero scorrere dei flussi del fiume, circondati da prati con primule e fiori di campo di cui non conosco i nomi.
Arrivati al castello di Mazzè abbiamo potuto godere l’imponenza e la mestosità di questo monumento restaurato fedelmente, che consente al visitatore di ritrovarne le caratteristiche rinascimentali. Accanto al castello c’è un grande terrazzo-giardino che ci ha permesso di osservare lo straordinario corso della Dora Baltea, sinuoso e avvolgente nel suo scorrere verso il Po’, che dava l’impressione di accarezzare le sue sponde prevalentemente verdi, contrastanti con l’atmosfera grigio e piovigginoso. Ho gradito poi, l’apprezzamento fatto da Paolo Melillo che giudicava il paesaggio; lo ha definito “Leonardesco”, io mi son trovato d’accordo perché i contorni e i colori dell’ambiente, rendevano tutto un po’ misterioso e non definito, caratteristica
propria degli sfondi “Leonardiani”. Al ritorno abbiamo visitato velocemente la “Mandria” di Chivasso, antica residenza di campagna dei Savoia; dopodichè ci siamo lanciati di corsa a prendere Il treno delle ore 17,14. Per concludere possiamo dire che, pur avendo fatto tutto il percorso sotto la minaccia di una possibile pioggia, alla quale eravamo preparati e adeguatamente attrezzati, la gita è stata bella, varia e ci ha ricordato che non era il caso di rinunciare ad essa solo perché le previsioni del tempo non erano delle migliori.
Testo di Pietro Scafati
Foto inviate da Maria Gabriella Berti e Carlo Porta.
Qui trovate l'album realizzato da Roberto Miuccio:
http://members2.clubphoto.com/aga979966/4206201/owner-03e6.phtml
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