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Da un borgo medioevale all'antico porto di Genova (10/09/2006)

Da un borgo medioevale all’antico porto di Genova.

 

Siamo partiti in quattordici la mattina del 10 settembre, dalla stazione di

Arquata Scrivia,in direzione Gavi diretti a Voltaggio. La giornata era

soleggiata e piuttosto calda; date le buone condizioni atmosferiche il gruppo

avrebbe potuto essere più numeroso ma, dato che nel percorso era previsto l’

impegnativo passo della Bocchetta, buona parte dei partecipanti alle mie gite, non adeguatamente allenati, l’hanno comprensibilmente evitata.

Il tragitto che portava a Gavi era in gran parte in leggera salita, lo abbiamo però percorso velocemente perché avevamo tutti una gran voglia di pedalare.

Arrivati a costeggiare il fiume Lemme, il paesaggio diventava boscoso e fortemente ondulato, bello da ammirare naturalmente, ma il gruppo questa volta era soprattutto concentrato a pedalare di buona lena.

A un certo punto ho consigliato a Salvatore, Katia e Paolo Mininni che dimostravano di essere i più scalpitanti, di andare avanti sottintendendo naturalmente, che avrebbero dovuto aspettarci a Voltaggio: borgo da visitare, come da programma. Per una bizzarra distrazione collettiva i tre non si sono ricordati di fermarsi lì e hanno proseguito fino al passo della Bocchetta. Peccato per loro, perché abbiamo apprezzato molto il posto.

Splendido il ponte Romano attraversato dal Lemme, belle le caratteristiche

strade del borgo restaurate con buona fedeltà, il monastero dei Cappuccini, oggi pinacoteca con quadri d’epoca, e la chiesa di San Giovanni Battista con la sua caratteristica cupola. Rimessici in sella abbiamo affrontato la salita che conduce al passo, con il paesaggio che diveniva man mano sempre più verde e panoramico. A metà salita ci siamo fermati ad una fontana per rifornirci di

acqua dopo di che, mi sono ritrovato da solo perché, avendo voluto essere l’ultimo a rifornirsi, quando è arrivato il mio turno gli altri,uno alla volta erano già ripartiti.

In questo lasso di tempo, passato prima di ricongiungermi con qualcuno

dei miei compagni, ho assaporato momenti belli, mi sentivo in armonia con quel paesaggio pieno di colore, pedalando generosamente in quella salita dalla pendenza del 12-13 % in cui le acque del fiume Lemme, in contrasto col suo nome, scorrevano veloci e scroscianti verso valle. Ricongiuntici sul passo con i tre irrequieti fuggitivi, abbiamo affrontato velocemente la lunga discesa che porta fino alle porte di Genova. Per raggiungere il porto antico non abbiamo avuto difficoltà, perché conoscevo un percorso scorrevole e senza eccessivo traffico automobilistico. Raggiuntolo, abbiamo prima sentito l’esigenza di un abbondante ristoro in un attrezzato e fresco Bar-Gelateria dopo di che, appagati e disposti a camminare a piedi, ci siamo immersi nelle particolarissime strade dell’antico porto. I vicoli strettissimi, costeggiati da palazzi alti che non consentono alla luce del sole di arrivare direttamente in essi, le botteghe tipiche, di artigiani e venditori di cose più svariate, la mescolanza degli odori assorbita dai caseggiati, ci testimoniavano le caratteristiche di un antico quartiere dedito alla vita di mare. Tutto questo mi ha provocato una certa emozione,l’effetto che qualcosa di fortemente latente e remoto, mi riaffiorasse in superficie, ricordandomi una continuità emotiva con i nostri antenati. Credo sia stata apprezzata anche dagli altri del gruppo questa visita alla parte più storica di Genova. Concludo,evidenziando che anche il ritorno in treno è stato

comodo, malgrado che, nelle domeniche estive, quella linea ferroviaria fosse

pesso sovraccarica.              

Arrivederci alla prossima        Pietro Scafati


Foto di Estelle Campion.


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