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Alto Monferrato: i luoghi del Barbera (14/10/2007) *

Gita ad Alessandria per il III° salone del Biscotto piemontese.
Non troverete però foto della sosta al salone perché eravamo troppo intenti a piluccare biscotti a destra e manca ai vari banchetti !!!!
:-)

Per farci venire l'appettito però, prima un giretto sulle colline del Monferrato.

Oviglio

Sfugge la data della sua fondazione, appunto, per essere troppo remota e sepolta nella notte dei secoli. Solo resta memoria che i suoi primitivi abitanti furono liguri, denominati marici, perché, a detta del Molinari, erano venuti dal mare. Fu poi abitata dai romani, poscia dai liguri Stazielli, quindi nuovamente sotto l'Impéro Romano.


Il Castello di Oviglio si può fregiare dell'aggettivo "reale" in quanto a suo tempo acquistato da Sua maestà la Regina Cristina di Savoia, nata infanta delle Due Sicilie, sposa di Sua Maestà il Re Carlo Felice.

La circostanza, unitamente agli interventi operati dalle importanti nobili famiglie che ne sono entrate successivamente in possesso, ha fatto si che il castello da roccaforte medioevale si trasformasse in sontuosa residenza.

Non si posseggono documenti storici attestanti l'esistenza di questo Castello prima del 1300 ma è certo che fino dal 1367 quando Oviglio cadde in potere di Galeazzo Visconti e nel 1404 quando il paese fu posto in fiamme da Facino Cane, sul posto dove ora sorge il Castello attuale, vi era un castrum ed una cinta bastionata e fortificata, chiudente anche un borgo (borgo medioevale) di cui negli ovigliesi è rimasta la tradizione del nome dato al cosiddetto "borgo di dentro" ossia borgo dentro la cinta fortificata.

Così è certo, del pari che del castrum e del feudo di Oviglio furono dai Visconti, Duchi di Milano investite diverse nobili famiglie, tra quali l'ultima, quella dei Perboni lo tenne per quasi cinque secoli. Il Castello di Oviglio assunse il nome tuttora spettantegli di Castello Reale, in quanto acquistato da Sua Maestà la regina Cristina di Savoia, nata infanta delle Due Sicilie, augusta vedova di Sua Maestà il Re Carlo Felice.

I Conti Calcamuggi, durante il loro possesso vi profusero somme ingenti per riadattamenti e sistemazioni, per migliorare il severo aspetto dei due fianchi est e sud, per edificarvi dalle fondamenta la graziosa e artistica entrata est e la magnifica torre che la sovrasta, ricostruire l'entrata ovest, e per restaurarvi, con signorile disegno, e in stile il vasto salone padronale.

A istanza del Ministero della Pubblica Istruzione il Castello Reale di Oviglio venne dichiarato monumento nazionale, pregevole di arte e di storia in data 4 giugno 1908.

Incisa Scapaccino
Il centro abitato è formato da tre frazioni, senza un vero fulcro. Sulla collina il nucleo più antico è costituito da borgo Villa; nel fondovalle, alla destra del fiume Belbo, vi è Ghiare, dove ha sede il comune e nella pianura alluvionale, alla sinistra dello stesso fiume, borgo Madonna. Vi si arriva seguendo la statale Nizza-Acqui, proseguendo di poco e svoltando a sinistra, mentre la stazione ferroviaria più vicina è quella di Nizza.
Il paese è noto come sede di un'antica pieve. La storia del marchesato di Incisa inizia nel 1161, anno in cui Alberto Del Vasto completa l'acquisto dei castello. Trent'anni dopo (1191) alla famiglia Incisa viene tolta parte del feudo che passa al marchese di Monferrato. Sarà Domicella, vedova di Alberto, con i suoi figli a recuperare il dominio sulle terre di Incisa. Nel 1292, a seguito delle lotte tra guelfi e ghibellini, il castello subisce dei danni. Nel secolo XVII il territorio di Incisa subisce le sorti della guerra civile (1642) ed i saccheggi degli spagnoli prima e dei francesi e dei sabaudi poi. Iniziano le cessioni a famiglie lombarde.
All'abitato alto, borgo Villa, un tempo suddiviso in altri due borghi detti di San Rocco e di San Sebastiano, si accede attraverso la quattrocentesca Porta di Valcalzara. Il centro storico è composto da strutture urbanistiche derivate dall'antico nucleo abitativo, insediatosi fin dal XII secolo a ridosso del castello per ragioni di difesa.

Nizza Monferrato
E' il centro più importante della Valle del Belbo, è prevalentemente pianeggiante e si estende tra il torrente Belbo e il Rio Nizza.
Anticamente la località era indicata come Nicia, dal XVI sec. viene citata come Nicea Palearum in riferimento alle paglie ed erbe - presenti nelle paludi della zona -utilizzate come copertura per i tetti. La forma della città, nella zona più antica, è singolarmente triangolare.

Le prime fonti storiche di Nizza risalgono ad un atto pubblico del 1021, in cui viene definita "villa curte Nicia". La città è inizialmente legata alle vicende storico - politiche delle vicine Alessandria ed Asti che se la contendono fin dagli inizi del XIII sec. Il territorio di Nizza nel 1227 viene così spartito tra le due città e si crea una "villanova" tra il torrente Nizza e il Belbo. Nel 1230 la città è sotto la protezione di Alessandria e rimane Comune fino al 1264, anno in cui diventa dominio del marchese Guglielmo VII di Monferrato, al quale si ribellerà unitamente ad Alessandria e Asti nel 1290. Passa dalla protezione del marchese Manfredi di Saluzzo prima, di Carlo II re di Napoli poi (nel 1306) ed infine del marchese Teodoro Paleologo. Nel 1391 le truppe francesi saccheggiano la città. Nel 1495 il re Carlo VII di Francia, di passaggio a Nizza, viene ospitato nel convento di San Francesco e si narra che offrì un'ingente somma di denaro necessaria per la costruzione del campanile in cambio di un dipinto rappresentante l'Assunta. Nel XVI la città acquista una tale fama da venire citata dal pontefice Clemente VII in un suo breve scritto e definita oppidum. Dopo l'ultimo discendente dei Paleologhi la città passa ai Gonzaga. Nel 1613 la città, governata dal cardinale Francesco Gonzaga - alleato con gli spagnoli -, viene assediata dalle truppe Carlo Emanuele I duca di Savoia e si oppone ad esse con una strenua resistenza. Alla liberazione dall'assedio, come voto di ringraziamento, viene istituita una processione nel giorno di San Carlo Borromeo, oggi patrono della città. La città viene successivamente contesa tra il già citato Carlo Emanuele, questa volta alleato con gli Spagnoli, e il duca di Nevers, successore dei Gonzaga nella signoria del Monferrato: all'assedio del 1628 da parte del duca sabaudo la città capitola e viene successivamente riconquistata dai francesi nel 1629. Nel 1631, firmata la pace di Cherasco, Nizza viene assegnata a Carlo I duca di Mantova. Nizza, a partire dal 1637, vivrà un periodo di continue lotte per la sua conquista da parte di Spagnoli e Francesi, che la sottoporranno a numerosi saccheggi e alla distruzione della propria fortezza, di cui ancora oggi rimangono visibili alcuni resti. Passerà sotto il dominio dei Savoia dal 1708, con una breve interruzione durante l'occupazione Napoleonica.
Rinomata nel XVIII sec. per la lavorazione della seta, Nizza è oggi un grande centro di produzione vinicola (basti ricordare il suo Barbera d'Asti).
Ha dato anche i natali a Francesco Cirio (1836-1900), pioniere dell'industria conserviera degli ortofrutticoli.

Mombaruzzo
Antico feudo più volte oggetto di scambio fra i signori che si avvicendarono nella zona, Mombaruzzo si distingue fra i paesi dell'Alto Monferrato acquese ed astigiano per le ripide e strette stradine che corrono tra gli alti palazzi antichi dai portali rinascimentali: una piccola perla di storia in una zona famosa nel mondo per i suoi vini prestigiosi e le sue colline dai dolci pendii.

Ricca di edifici civili e religiosi di pregio - basta percorrerne un po' caso le vie per rendersene conto - Mombaruzzo è inoltre celebre per la sua specialità, gli amaretti. Sono biscotti secchi o morbidi, tipicamente piemontesi, la cui origine è fatta risalire al cuoco sabaudo Francesco Moriondo che proprio qui si trasferì per produrre il suo capolavoro. Fatti generalmente con la pasta di mandorle, gli amaretti, fritti in padella, sono spesso inseriti tra i componenti del fritto misto alla piemontese oppure usati in altri dolci come il classico bonet.

Le foto si trovano qui:

http://www.emmexx.it/Luca/foto/index.php?album=2007%2FAlto_Monferrato%2F

Album: Alto Monferrato:i luoghi del Barbera
Password: salonebiscotto

Bye, Luca Conter

Ps: Grazie a Estelle, Elena, Reginil e Giuseppe per il loro contributo fotografico
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