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Dalla Martesana all'Adda (03/06/2007) *
Elogio dell'improvvisazione Rinviata a causa dei cieli sadicamente neri e delle piogge torrenziali del sabato la gita programmata al Castello di Torrechiara, ci si ritrova comunque alle nove della mattina di domenica davanti alla sede di Ciclobby: non sia mai che si precipiti in qualche crisi d'astinenza pedalatoria. Siamo in sei, al seguito di Vinicio che improvvisa una pedalata lungo la Martesana, poi da Inzago verso Cassano d'Adda, poi verso Truccazzano, Merlino, Peschiera Borromeo e inevitabile rientro a Milano. Curioso fino alla petulanza, seguo i miei compagni di gita in questa improvvisazione e così scopro posti che non ho mai visto pur avendoci girato attorno per anni; borghi dove il vecchio impianto contadino lombardo non si è perduto del tutto nella colata cementizia; casolari trasformati in improbabili, un po' surreali, un po' iperreali, ma fascinosi, musei del kitsch; palazzi e piazze tardomedievali distese quietamente nella luce e nel calore del mezzogiorno; cascine integre nella loro austera e nobile semplicità; e altre cascine purtroppo snaturate in country club più cheap che chic; lembi d'Adda che si aprono la via nel verde e nel silenzio. Insomma, una bella improvvisazione, davvero. Una bella gita rubata alle incertezze, ai tentennamenti e alle demotivazioni e ai pessimismi metereologici e metereopatici. Alle porte di Milano, guardo il mio contachilometri appena installato (che volete sono una recluta, stagionato ma pur sempre recluta). Segna 59 chilometri. Strano, mi dico. Pedaliamo quasi ininterrottamente dalle nove di stamattina, sono le cinque del pomeriggio passate, sono sudatissimo, stanchissimo, sull'orlo dei crampi:... e tutto questo per 59 miseri chilometri? Mi avvilisco. Poi, tanto così per vincere la depressione, chiedo a qualcuno : "Ma il tuo aggeggio quanto segna?" 108 chilometri, mi si risponde. Guardo meglio il mio cipollone e noto che è settato sul miglio inglese. Tiro un sospiro di sollievo. Esco dall'avvilimento e rialzo orgogliosamente la tesa del mio cappelluccio (OK, Vinicio, ti prometto che domani corro a comprarmi un casco). Si conclude così la nostra bella gita improvvisata, piena, almeno per me, di piacevoli scoperte e sorprese. Lasciato il gruppo e ormai vicino a casa, a Porta Venezia, sfioro l'arrivo del giro d'Italia: faccio in tempo a cogliere con la coda dell'occhio una scia multicolore che sfreccia alla velocità del lampo lungo i Bastioni e svolta, o meglio si precipita, in corso Venezia: impressionante!. Non mi fermo, però. Proseguo, per non sprecare neanche un po' di inerzia, limitandomi a formulare nel pensiero :"Bravi ragazzi, alé. Ma per stavolta la volata fatevela senza di me". Paolo Pacca PS A Vinicio, Miriam, Marco, Raffaele, Antonio e Alberto che mi hanno guidato in questa escursione, adeguando pazientemente la loro pedalata alla mia, un grazie e un arrivederci a presto. Da Milano a Gorgonzola, A Cassano d'Adda, a Truccazzano, a Merlino, a Peschiera Borromeo: gita "improvvista" da Vinicio Bevilacqua. Qualche immagine della giornata.
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