|
Da un borgo medioevale all'antico porto di Genova (03/06/2007)
Gita organizzata da Pietro Scafati. Foto di Enrico Spano', Carlo Porta, Fausto Meirana del Circolo Amici della Bicicletta FIAB di Genova ed Elena Facchi.
Ed ecco il resoconto del capogita Pietro Scafati:
Da un borgo medioevale all'antico porto di Genova
Una stretta di mano fra il capotreno e me, con reciproco augurio di buona giornata, e' il preludio dela gita cicloamatoriale di domenica tre giugno. Alla partenza dalla stazione centrale, il suddetto capotreno, per un eccesso di rigore sul regolamento, avrebbe voluto accettare solo quindici bici nel vagone predisposto allo scopo. Allora io, con diplomazia, ricordandogli che la nostra italianità ci porta ad essere duttili e adattabili a situazioni anche scomode, ho trovato il modo di sistemare almeno venti bici. Vedendoci poi disposti nella stazione di Arquata Scrivia ad iniziare la gita con pioggia e nebbia, non ha potuto fare a meno di salutarci con uno sguardo di solidarietà. Armati quindi di mantelline ed accessori antipioggia, siamo partiti in diciotto, in direzione Gavi diretti a Voltaggio, onde proseguire per Genova. Il percorso che conduceva a Gavi era leggermente in salita, questo ci ha permesso di scaldarci e superare il disagio di una pioggerella persistente, che comunque andava attenuandosi. Superato l'abitato di Gavi abbiamo costeggiato il fiume Lemme; qui il paesaggio, seppur con il cielo nuvoloso, si apriva ad apprezzabili scorci panoramici. Arrivati a Voltaggio nel frattempo aveva smesso di piovere e abbiamo quindi potuto visitare il villaggio a piedi, per apprezzarlo con tempi e ritmi più consoni. Le antiche stradine a ridosso della chiesa parrocchiale, il Santuario di San Giovanni Battista, il ponte medioevale sul Lemme e, per concludere la pinacoteca di frati cappuccini, li abbiamo apprezzati con interesse. Lasciando Voltaggio le condizioni atmosferiche continuavano a migliorare, sul passo la visibilita' era gia' buona e si poteva ammirare la splendida cornice di boscose colline, decrescenti sul mare, e l'azzurro golfo di Genova, illuminato sullo sfondo dal sole. La salita della Bocchetta si è rivelata molto impegnativa, qualcuno meno allenato ha raggiunto il valico a piedi, ma tutti eravamo consapevoli di questo, e a conclusione della salita eravamo comunque soddisfatti. Un problema si stava creando invece in discesa, perche' essendo la strada molto scoscesa abbiamo percorso a forte velocità i circa cinque kilometri che ci separavano dalla rustica trattoria in cui avremmo pranzato, e lì ci siamo accorti che Cesara Montoli non era piu' con noi. A quel punto suona il mio cellulare, intuisco che fosse lei a chiamarmi, ma la comunicazione si interrompe regolarmente; valutando che per raggiungerla avrei dovuto percorrere almeno quattro km. con punte ascendenti del 15% ho pensato bene di fare autostop. Mi e' andata bene, una vettura con dentro una coppia a sua volta appassionata di cicloturismo, mi ha dato il passaggio per raggiungere Cesara. Era accaduto che la nosta compagna di gita non avendo mai fatto una discesa con una tal pendenza, era entrata in ansia e aveva ritenuto opportuno fermarsi. E' stato interessante pero' vedere che quando mi sono offerto di prendere io la sua bici per fare la discesa, lei si e' orgogliosamente rifiutata perche' nel frattempo si era rassicurata e ha voluto riprendere ostinatamente la corsa. Tanto di cappello a un certo orgoglio e alla perseveranza. La discesa verso l'antico porto di Genova dopo il pranzo e' stata gradevole. La giornata nel frattempo era diventata serena e tutti noi, guidati a quel punto da Fausto, Mauro e Stefania, residenti a Genova, abbiamo potuto raggiungere il porto agevolmente. Si sono naturalmene offerti di farci da ciceroni, e ci han condotto prima nella parte piu' restaurata del porto; l'acquario di Renzo Piano, la grande sfera di vetro per esperimenti botanici ecc. . . Poi ci siamo inoltrati negi antichi carrugi caratteristici e suggestivi, per concludere con la visita al Duomo di S. Lorenzo. Ultimo episodio simpaticamente rilevante della giornata e' stata l'opera di "corruzione"che Elena Facchi ha esercitato nei confronti del capotreno, riuscendo a convincerlo a prolungare la fermata per darle la possibilita' di rifornirsi di bibite in un distributore di sicuro non agevolmente raggiungibile. Arrivederci alla prossima.
Pietro Scafati
Page 1 of 1
49 images in gallery.
|
|