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Trittico dei paesaggi dell'Oltrepò tre (13/05/2007)
Il leggero e scorrevole rumore dei pneumatici delle nostre bici, l'ampio e pur discreto fruscìo dei ventilati campi di grano circostanti, della bella campagna vogherese, hanno creato sin dall'inizio un'atmosfera di buon umore nel nostro gruppo.
La giornata era tiepida ed assolata, di buona lena allora, ci dirigevamo verso le colline tortonesi che si notavano in lontananza, e apparivano "scolpite" da strani effetti di luce contrastante.
Qualcuno, preoccupato dal pensiero che in programma ci fosse da scalare uno di quei colli mi chiedeva: "dovremo mica fare quelle salite, quando saremo la"? Ed io rassicurante: "non vi preoccupate, perchè raggiungeremo quelle colline, ma passeremo soltanto loro a fianco lambendole, senza scalarle".
Non è stato così! Ma questo lo chiarirò in seguito. Abbiamo poi proseguito verso la val Curone e, arrivati a Volpedo, (paese natio del pittore Pellizza da Volpedo) abbiamo visitato prima la Pieve romanica, monumento storico restaurato con discreta fedeltà, poi la bella piazza del "quarto stato" in cui abbiamo ammirato l'omonimo capolavoro di Giuseppe Pellizza, apprezzandolo fortemente, per la grande umanità e la viva tensione espresse dai personaggi rappresentati.
Lasciato Volpedo abbiamo costeggiato il fiume Curone, lungo una stradina alberata con vari saliscendi, per arrivare a Momperone. Là si pensava di fare la sosta pranzo ma, avendo saputo che nelle vicinanze c'era l'agriturismo "Castello" e temendo di dover fare troppa strada in salita, (per il gruppo che contava su una gita da tre borracce),ho chiesto loro di aspettarmi in paese, mentre io e Salvatore Sirna saremmo andati a verificare sul posto le difficoltà della salta.
Effettivamente il percorso da fare per raggiungere il "Castello", era molto più lungo e impegnativo di come ce lo avevano descritto, però l'ambiente era bellissimo e così,tornati indietro, abbiamo proposto ai nostri compagni di gita di raggiungere il posto e tutti, di buona lena, hanno accettato.
L'ascesa è stata davvero molto impegnativa, con tratti di pendenza intorno al 18% ognuno si è arrangiato come ha potuto, a piedi o sulla bici, ma tutti abbiamo voluto raggiungere il "Castello".
All'aperto, in quel locale rustico, collocato su un poggio alberato, abbiamo mangiato davvero bene. L'armonia che si era creata fra noi poi, ha fatto sì che ci soffermassimo in una lunga e partecipata conversazione, dove tutti ci siamo sentiti piacevolmente coinvolti.
Il ritorno ci ha visti percorrere un lunga-moderata discesa, sull'altra sponda del fiume Curone, per raggiungere di nuovo Voghera, zigzagando fra le tante stradine della campagna vogherese.
L'ultima tappa è stata fatta in una buona gelateria.
Concludendo, è stata un'ottima gita e arrivederci all prossima.

    Pietro Scafati

(Foto di Gabriela Patrescu)
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