A cosa servono le domeniche ecologiche? Lettera aperta al presidente Formigoni (29.01.07)
Egregio Presidente Formigoni,
abbiamo letto, sulle colonne della Repubblica di sabato 27 gennaio, la sua risposta diretta a Paolo Garimberti, autore di un significativo intervento sulla rubrica “Diari della bicicletta” del giorno precedente, e “a tutte le associazioni che in questi giorni hanno chiesto che il fermo del traffico del 28 gennaio coinvolgesse anche le auto Euro 4”.
Sentendoci coinvolti dalla sua risposta, come promotori dell’appello in questione, torniamo sul tema affrontato solo perché resti a futura memoria, visto che questa giornata senza auto è ormai alle nostre spalle, con le modalità che Lei ha inteso confermare.
Una premessa per chiarire, se necessario: l’automobile non è il demonio.
Quello che desideriamo contrastare con forza non è l’uso in sé, mal’abuso della motorizzazione privata.
Un abuso che, contro ogni ragionevolezza, ha ridotto le nostre città ad ammassi di automobili che occupano ogni interstizio, un groviglio di lamiere, rumore, inquinamento, ha reso insidiose le nostre strade, di fatto decretando in modo paradossale il tramonto della illusione di mobilità per tradursi esattamente – e paradossalmente – nel suo opposto. Dunque non solo inquinamento dell’aria. Il tutto, con costi individuali e sociali estremamente elevati.
Per un malinteso senso di progresso, si toglie spazio alle persone per darlo agli autoveicoli. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi. E nei polmoni.
Le “domeniche ecologiche” rappresentano una iniziativa in controtendenza: mentre non hanno una incidenza significativa nella riduzione dell’inquinamento (a parte i numeri “ad effetto” che vengono offerti ai media, riferiti alle tonnellate di polveri non immesse in atmosfera grazie alla giornata di blocco), esse costituiscono viceversa una importante occasione per sperimentare non motori alternativi, ma mobilità alternative.
A nostro parere il tema deve dunque essere quello di incentivare il cambiamento delle modalità di spostamento, far comprendere che è possibile, sperimentare cosa questo significhi concretamente.
Cambiare abitudini si può. E le domeniche senz’auto sono una buona occasione, se vengono fatte “vivere” in piena sicurezza. Bloccando veramente le auto, potenziando i trasporti pubblici, favorendo la circolazione ciclistica e pedonale.
E’ certamente ovvio che lo svecchiamento del parco veicoli dovrebbe servire anche a migliorare la qualità dell’ambiente, almeno nella misura in cui i nuovi apparati garantiscano performance migliori dei più vecchi in fatto di emissioni.
Ma è un altro obiettivo, che non ci pare coincidente con lo spirito soprattutto “educativo” delle domeniche senz’auto, che va adeguatamente valorizzato e potenziato.
Per questo avevamo auspicato l’estensione del blocco anche ai veicoli Euro 4.
Purtroppo questa è stata un’occasione persa. Speriamo che in futuro ci sia una maggiore sensibilità, senza alcuna confusione di fini.
Eugenio Galli (
presidente Fiab CICLOBBY onlus) Luigi Riccardi (
presidente FIAB onlus)