[Notizia del 19.10.2006]
Un altro ciclista è stato falciato oggi da un camion sulle strade milanesi.
Le circostanze di questo ultimo drammatico evento non ci sono ancora note nel dettaglio.
Mentre cresce il numero dei ciclisti sulle strade, aumenta anche il numero degli incidenti, spesso mortali, che coinvolgono chi si sposta in bicicletta. E persiste il senso di insicurezza che pressoché inesorabilmente grava su chi sceglie la bici per i propri spostamenti quotidiani.
Ancora una volta, di fronte a questa ennesima morte, dobbiamo quindi evidenziare che anche e proprio l’incremento dei ciclisti sulle strade richiede finalmente un nuovo approccio ai temi della sicurezza stradale, da parte di tutte le istituzioni pubbliche, in un’ottica che tenga in maggior conto, senza considerarle residuali, le esigenze dell’utenza debole, ossia della mobilità lenta: ciclisti e pedoni, innanzitutto.
Abbiamo bisogno di sapere
Chiediamo che vengano resi noti, in tempo reale, i dati di incidentalità che coinvolgono i ciclisti. Quanti incidenti, quando, dove, in quali circostanze si verificano, con quali conseguenze. Sono informazioni fondamentali per poter valutare adeguatamente delle politiche di intervento non puramente passive.
Ribadiamo inoltre la richiesta, già in passato molte volte avanzata senza successo, che venga costituito un Comitato comunale per la sicurezza stradale, una sorta di osservatorio permanente che preveda la partecipazione dell’utenza (non solo automobilisti e motociclisti, ma anche rappresentanti dei ciclisti e dei pedoni) e che, interfacciandosi con l’amministrazione pubblica, permetta di avanzare in contesti qualificati le proposte, i suggerimenti, le valutazioni che nascono dai portatori di interesse.
Il problema dei mezzi pesanti (camion, tir, pullman)
Infine, poiché è noto che esiste un problema specifico riguardante la circolazione dei mezzi pesanti, la cui visibilità in fase di svolta risulta limitata per effetto del cd. angolo morto (blind corner) degli specchietti retrovisori, come pare sia avvenuto anche in questo caso, ripetiamo la richiesta che vengano adottate tutte le misure tecniche (doppio specchietto) e tecnologiche (telecamere con monitor a circuito chiuso in cabina di guida) atte a prevenire il verificarsi di questo tipo di incidenti.
E prevedendo altresì limiti di velocità e specifiche restrizioni alla circolazione dei veicoli pesanti all’interno dei centri urbani.
Occorre rendere sicure le strade moderando il traffico e non pretendendo, viceversa, di scaricare sull’utenza debole il prezzo, anche in termini di incolumità personale, derivante dall’eccesso di circolazione motorizzata.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus e Coordinatore regionale FIAB Lombardia)