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Sui vetri abbandonati


Basta bottiglie di vetro durante gli eventi in piazza?
 
Abbiamo letto le dichiarazioni dell’assessore Giovanni Terzi a proposito di quanto accaduto nella notte di San Silvestro sul piazzale della stazione Centrale, con bottiglie di vetro deliberatamente lanciate in tutte le direzioni da persone che, forse con la complicità dell’alcool, hanno messo seriamente in pericolo altri che festeggiavano in piazza.
E’ stata una coda spiacevole di un momento di festa. Ma non si è trattato, purtroppo, di un caso isolato: si può anzi dire che, a prescindere da casi che degenerano in questioni di ordine pubblico come quelli qui ricordati, da molto tempo a questa parte, a Milano, pare essersi diffusa l’abitudine di abbandonare e spesso rompere i contenitori in vetro, provocando uno spargimento di cocci di varia dimensione, tanto pericolosi quanto difficilmente asportabili nelle normali operazioni di pulizia.
E ciò accade non solo in occasione di grandi assembramenti come quelli di domenica sera. In alcune zone della città questo rappresenta addirittura un problema endemico (ad es. Colonne di San Lorenzo, stazione Centrale, corso Como, Navigli etc.).
E’ soprattutto la preoccupante normalità di questo gesto imbecille quello che più sconcerta.
Ribadiamolo: non si tratta solo di questione di degrado estetico (con l’abbandono di bottiglie in una città ridotta spesso a pattumiera). Chi si sposta tutti i giorni in bici ne sa qualcosa: i cocci acuminati sono estremamente pericolosi sia per i pedoni sia per i ciclisti, ma anche per altri utenti della strada, potendo provocare danni a persone, animali e cose.
Il ciclista, in particolare, che già deve guardare in ogni direzione per proteggersi da molteplici fonti di pericolo, è costretto a procedere aggiungendo un’ulteriore preoccupazione: scansare i continui rischi di foratura. Neppure i parchi e le piste ciclabili ne sono esenti.
L’assessore Terzi, giustamente, si pone ora l’esigenza di arginare questo fenomeno: speriamo che i buoni propositi abbiano un seguito.
Ebbene, proprio per la vastità che esso ha assunto, credo che sarebbe molto limitante porsi il problema solo in relazione a serate ed eventi speciali.
La nostra associazione era già intervenuta oltre un anno fa su questo tema anche con alcune proposte, su cui si tratta forse di provare a riflettere, cercando magari di declinarle meglio.
Proviamo a elencarle in sintesi:
1.      istituire un deposito cauzionale per il pagamento del vetro al momento della vendita con restituzione della somma alla riconsegna del vuoto (bottiglia o bicchiere) in negozio (magari questo potrebbe innescare anche un circolo virtuoso da parte di chi, per raccogliere qualche spicciolo, decida di darsi la pena di raccattare contenitori che altri abbiano abbandonato);
2.      organizzare la collocazione di adeguati contenitori per la raccolta differenziata lungo le strade cittadine e nei parchi, rimuovendo, soprattutto nelle zone più critiche, i cestini di più piccole dimensioni che vengono facilmente e in poco tempo riempiti;
3.      prevedere un obbligo di dotazione, a carico degli esercizi commerciali che effettuano la mescita al pubblico di bevande alcoliche, di appositi contenitori, anche da esterno, per la raccolta dei vuoti;
4.      effettuare campagne di educazione nelle scuole e di sensibilizzazione nei luoghi critici (bar, concerti in piazza, etc.);
5.      lanciare delle serate esemplificative a tema, con la collaborazione dei pubblici esercizi, chiamando a rotazione dei volontari a ripulire il territorio nei luoghi più coinvolti dal fenomeno; lo slogan della campagna potrebbe essere: "Puliamoci Milano"
6.      richiedere interventi di controllo, preventivo e repressivo, da parte della Polizia Locale, sia nei confronti degli esercizi che non adottano le adeguate misure, sia nei confronti dei trasgressori
7.      aumentare i turni di pulizia, con mezzi idonei, nelle aree critiche da parte dell'AMSA
 
Che sia la volta buona?
 
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)
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