[Editoriale pubblicato sul numero 1/2004 del periodico Ciclobby Notizie]
Un eco-mostro sotto la Darsena?
Lo scorso novembre, dopo ampia e approfondita discussione e sentito il parere del proprio Comitato Tecnico, che si è espresso favorevolemente, Fiab Ciclobby ha deciso di aderire ufficialmente al comitato organizzatore delle iniziative per la tutela della Darsena di Porta Ticinese, nello specifico sottoscrivendo la richiesta di vincolo ex L. 1089/39 da apporre sulla Darsena di Porta Ticinese e sulle cose e sui beni ad essa connessi che il Coordinamento dei Comitati Zona Sud di Milano (www.ticineserinasce.net), promotore delle iniziative, ha presentato alla Sovrintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici, con l'autorevole consulenza del prof. Gianni Beltrame.
Lo storico specchio d'acqua, che giace da anni in uno stato di crescente degrado, è minacciato infatti da appetiti che sembrano assai poco limpidi e che mettono a rischio l'intero comprensorio dei Navigli.
Il punto più discusso è in particolare legato al recente annuncio della realizzazione di un parcheggio sotterraneo per non residenti per un migliaio di posti, ubicato esattamente sotto le acque della Darsena, che il Comune vuole autorizzare sulla base di un progetto presentato da alcuni soggetti privati e, al momento, senza avere mai avviato alcun confronto aperto e trasparente con la città, né prima né dopo questa discutibile decisione assunta unicamente in virtù (o meglio: a causa) dei poteri straordinari concessi al Sindaco per la gestione dell'emergenza traffico.
Questa decisione appare censurabile sotto diversi profili, di metodo e di merito.
Innanzitutto perché -questa la principale ragione di metodo- non è possibile avviare un'opera di tale rilevanza prescindendo dalla realizzazione di un piano paesistico preventivo (e dovuto, in base alla normativa vigente!) relativo all'area architettonica, storica, ambientale, culturale e funzionale di una zona, quella dei Navigli, intrinsecamente legata alla storia della città. Né è pensabile che tale piano paesistico debba assolvere solo a una funzione formale di ratifica successiva di eventuali interventi già decisi sull'area, in modo insondabile.
Questa prima, gravissima scorrettezza dimostra un atteggiamento di grave ignoranza della stessa storia di Milano (che sui Navigli fonda le proprie origini), minando sin dalle fondamenta la decisione assunta dal Comune.
Non meno gravi le osservazioni di merito, che sono molteplici e di cui ci limitiamo a evidenziare sinteticamente le più rilevanti.
Innanzitutto, il parcheggio di cui si discute, dimensionalmente sproporzionato, costituirebbe un ulteriore fattore di incremento del traffico in un'area già compromessa; quindi, anziché rispondere all'emergenza traffico esistente distogliendo i maggiori flussi dal centro della città se ne favorisce una ancor maggiore penetrazione.
Tale parcheggio, poi, per la sua stessa posizione, non si inserisce e non permette di offrire un reale servizio di corrispondenza e interscambio con altri mezzi di trasporto pubblico, che è poi un altro modo per aggravare i problemi del traffico.
Il parcheggio risponde esclusivamente alla vocazione di "divertimentificio" che la zona assume nelle ore notturne, e non serve ad alleggerire il carico di traffico in quelle diurne (anche volendo omettere la facile previsione, fondata su un consolidato malvezzo milanese, che di giorno il parcheggio non venga riempito preferendosi la sosta abusiva e parassitaria in superficie, raramente sanzionata dalla polizia municipale -vedasi la zona in corrispondenza del parcheggio sotterraneo di via Vittor Pisani alla Stazione Centrale-, rispetto al parcheggio in autosilo e al relativo pagamento del biglietto).
Dunque, che fare? Attendere e stare a vedere? La vicenda del Teatro alla Scala, con i suoi chiaroscuri e la sua coda di cause e di polemiche, sconsiglia attendismi e ci insegna che è questo il tempo di muoversi e mobilitarsi: quando le decisioni saranno definitivamente prese e i lavori cominciati sarà troppo tardi. E il danno che potrebbe prodursi a quel punto, con la definitiva compromissione di un tessuto caratteristico della nostra città, sarebbe certamente irreparabile.
Fiab Ciclobby è una associazione cicloambientalista e si iscrive tra quelle che si occupano di tutela ambientale; il nostro interesse al tema della Darsena è dunque sia legato alla salvaguardia di questa importante porzione di territorio di grande valore storico, urbanistico, ambientale, sia agli aspetti trasportistici connessi alla costruzione di un grande parcheggio.
Per questi motivi abbiamo aderito proponendo che venga chiesta la costituzione di un Tavolo delle parti su questo tema per un confronto chiaro tra tutti i soggetti coinvolti, sia del versante istituzionale sia della cittadinanza singola e aggregata (associazioni e comitati). Ci auguriamo che la riflessione induca gli amministratori della nostra città a un atteggiamento di maggiore attenzione e responsabilità.
Eugenio Galli