La Regione Lombardia ha annunciato in questi giorni le date delle due prossime giornate di blocco del traffico, che saranno a gennaio il 7 e il 29.
Sulla prima data, originariamente fissata per la giornata dell'Epifania e poi spostata al giorno seguente, si sono levate le proteste di alcune associazioni del commercio e dei consumatori (Unione Commercio, Ascomoda, Federdistribuzione, Adiconsum), per la coincidenza con l'avvio della stagione dei saldi, che motiverebbe una richiesta di spostamento del fermo del traffico ad altra giornata: viene osservato che gli effetti del blocco avrebbero conseguenze devastanti su un commercio che già risente di una depressione del ciclo economico. Perché per fare shopping, a quanto pare, la macchina è un'inevitabile appendice.
A noi sembra che questi interventi passino sui media in assenza di contraddittorio o di qualsiasi vaglio critico. Ci sia consentito dunque svolgere alcune osservazioni e proposte.
Premesso che ovviamente rispettiamo, pur non condividendoli, i diversi punti di vista delle organizzazioni sopra citate, occorre ribadire che lo scopo delle giornate di blocco del traffico è prioritariamente quello educativo, o rieducativo: vivere la città con altri occhi, sperimentare forme di mobilità diverse, comprenderne la concreta praticabilità.
Non si può infatti credere di poter affidare ad iniziative estemporanee e limitate, emergenziali e non strutturali, quali sono i blocchi, una seria lotta contro l'inquinamento e il traffico. E comunque, tenuto conto della gravità della situazione attuale, con gli inquinanti monitorati costantemente sopra i limiti di allarme, andrà anche detto che certamente le giornate senz'auto male non fanno.
Ma così come intendiamo prevalente il valore educativo delle giornate di blocco del traffico, non possiamo non evidenziare la valenza diseducativa di un ragionamento puramente mercantilista secondo cui l'andamento dei commerci è direttamente proporzionale alla quantità di auto circolanti.
Così ragionando secondo noi si condanna la nostra città a vivere in un perenne ingorgo, soffocata e assordata dalle emissioni del traffico, con crescenti costi economici e sociali e un ulteriore peggioramento della qualità e della desiderabilità della vita urbana. E' questo che si vuole?
Fiab CICLOBBY, auspicando una visione lungimirante della mobilità, invita anche le associazioni sopra citate a puntare ad una più stretta e stabile alleanza col mezzo pubblico e con la mobilità sostenibile.
In primo luogo sostenendo la proposta che nelle giornate di blocco del traffico, oltre al potenziamento dei trasporti pubblici, vengano adottate agevolazioni tariffarie: ad esempio che il biglietto ATM abbia durata giornaliera, anziché di soli 75 minuti.
E poi, per favorire la diffusione più ampia della circolazione in bici, promuovendo l'installazione di rastrelliere anche in prossimità degli esercizi commerciali.
Adeguatamente attrezzata, la bici si presta in modo comodo ed efficace anche al trasporto degli acquisti.
Bici e mezzi pubblici sono dunque utili alleati per combattere una congestione che nuoce alla salute e al portafoglio.
Ed una migliore vivibilità urbana giova sicuramente anche alle esigenze delle categorie commerciali.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)