posted by Presidente on 01/05/2010
Qui a seguire pubblichiamo un comunicato della FIAB concernente il dibattito in corso sulla proposta di introdurre nel Codice della strada l’obbligo generalizzato per i ciclisti di usare il casco.
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NO ALL'USO OBBLIGATORIO E GENERALIZZATO DEL CASCO IN BICICLETTA
FIAB CHIEDE CHE LA NORMA VENGA RITIRATA E SI APPELLA ALL’ INTERGRUPPO PARLAMENTARE "AMICI DELLA BICICLETTA"
Nel corso della discussione che si sta svolgendo in Commissione al Senato sulla riforma del Codice della Strada, il 15 aprile è stato approvato il seguente emendamento: “Durante la marcia ai conducenti di velocipede è fatto obbligo di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme alla normativa tecnica europea in materia. (…)”.
La notizia, giunta in modo del tutto inatteso, è rimbalzata sui media e già si sono formate le prime divisioni tra favorevoli e contrari, con interventi dell’una e dell’altra “corrente”.
La Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB onlus) esprime netta contrarietà all’inserimento di una norma che disponga l’obbligo generalizzato di indossare il casco nell’utilizzo della bici anche per la mobilità quotidiana (e quindi a prescindere da competizioni sportive), in quanto da esso non deriva alcun serio beneficio in termini di sicurezza.
Quella dell’utilizzo obbligatorio del casco è una misura che, laddove adottata e al di là delle motivazioni sottese, ha dimostrato effetti controproducenti sull'utilizzo della bici, riducendo il numero dei ciclisti in circolazione. E d’altronde, in Europa, nei Paesi a più alta intensità di traffico ciclistico (Francia, Germania, Olanda, per citarne alcuni), una norma di questo genere non esiste.
La FIAB, in linea con la posizione già assunta dalla European Cyclists' Federation - l'organizzazione europea dei ciclisti che rappresenta 500 mila iscritti in tutta Europa - si era già espressa in passato contro un'eventuale legge che obbligasse i ciclisti ad indossare il casco.
«In genere siamo noi i primi a raccomandare vivamente l'uso del casco durante uscite e viaggi in bicicletta - dichiara il Presidente della FIAB Antonio Dalla Venezia - tuttavia renderlo obbligatorio per legge non solo è controproducente, trasformandosi in un deterrente all’utilizzo della bici, ma non salva nemmeno la vita ai ciclisti se si continuano a costruire strade per le auto e non anche per chi va a piedi e in bicicletta».
Il "pasticcio" è avvenuto perché la senatrice veneziana Cecilia Donaggio ha modificato un emendamento avente come primo firmatario il sen. Paolo Giaretta, riguardante esclusivamente l'introduzione dell'utilizzo delle bretelline riflettenti nelle ore serali (per favorire la visibilità del ciclista sulle strade), aggiungendo anche l'obbligo generalizzato per i ciclisti di indossare un casco protettivo, senza però consultarsi con lo stesso Giaretta, il quale ha confermato la sua contrarietà alla correzione introdotta dalla collega parlamentare ed ha già fatto sapere che si adopererà per riportare il testo della norma alla proposta originale.
Sulla stessa linea (contraria all’obbligo del casco) si trovano diversi parlamentari di PdL, Lega e PD.
Il Responsabile FIAB per la sicurezza Edoardo Galatola, che sull'argomento ha pure interpellato l’intergruppo "Amici della Bicicletta" affinché intervenga per ridurre il danno, lamenta che mai la FIAB, pur riconosciuta dal Ministero delle Infrastrutture come organismo di comprovata esperienza nel settore della sicurezza stradale, sia stata ascoltata nelle Commissioni parlamentari competenti.
Lo stesso Galatola precisa che: «Il casco obbligatorio per tutti, lungi da portare alcun miglioramento statistico negli infortuni gravi, in tutti i Paesi in cui è stato applicato (il casco protegge da cadute a bassa velocità non pericolose, ma non dagli investimenti) ha avuto il solo effetto di ridurre significativamente il numero dei ciclisti e infatti non è prevista in alcuno dei Paesi con maggiore diffusione della bicicletta come mezzo di spostamento».
La FIAB si rivolge all’intergruppo "Amici della Bicicletta" (cui appartengono parlamentari dei diversi schieramenti) per "confermare piena disponibilità a fornire un parere sui provvedimenti che ci vedono interessati".
Si pensi ancora alle prevedibili conseguenze negative sul bike sharing (proprio ora che il Ministero dell'Ambiente sta disponendo finanziamenti statali per potenziare i servizi di bici pubbliche nelle città italiane attraverso la
Giornata nazionale della Bicicletta che si celebrerà in tutta Italia il prossimo 9 maggio): l’utente che preveda di utilizzare il servizio magari per un breve tragitto dovrà portarsi in giro il casco tutto il giorno?
Su internet (http://www.fiab-onlus.it/no_casco_obb_senato.htm) i documenti FIAB ed ECF contro l'uso del casco obbligatorio per legge.
Lello Sforza
Ufficio Stampa FIAB onlus
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