posted by Presidente on 16/03/2010
Ieri sera, in Consiglio di Zona 3, l’assessore Simini ha presentato il progetto dei lavori di riqualificazione di corso Buenos Aires, che sono cominciati oggi con la cantierizzazione dell’area coinvolta.
Nonostante il titolo del progetto sia un’altisonante “riqualificazione di corso Buenos Aires” abbiamo scoperto che si tratta di un ben più modesto maquillage dei marciapiedi.
Un intervento da circa 3 milioni di euro che sembra avere un solo obiettivo: abbellire quello che c’è. Migliorare va sempre bene, intendiamoci, ma siamo convinti che questo basso profilo nasconda una grande occasione mancata. L’ennesima per Milano e per la mobilità sostenibile.
Alla nostra consueta domanda “E la bici dove va?”, la risposta è stata «vedremo, in futuro penseremo al da farsi, ma comunque per ora non si ritiene necessario prevedere alcun intervento specifico su corso Buenos Aires, visto che c’è già una pista ciclabile in via Morgagni». Con ciò confermando precedenti identiche affermazioni di altri assessori.
Inutile giocare con le parole. Riteniamo che questa sia una risposta sbagliata, che già troppe altre volte in passato ha prodotto danni. E ci pare altresì grave la mancanza assoluta di dialogo con gli utenti che ha caratterizzato l'avvio di questi lavori.
L’obiettivo che Milano deve darsi, per poter cambiare realmente e non solo nelle buone intenzioni l’approccio alla mobilità, è quello di una rete stradale che sia nel suo intero sviluppo accessibile e fruibile alla bici, in condizioni di sicurezza. Una permeabilità diffusa alla bici. Ciò anche per superare l’attuale frammentazione della rete ciclabile e la sua cronica insufficienza.
Se si condivide che questo è l’obiettivo, esso potrà essere raggiunto con modalità diverse, volta a volta dipendenti dal contesto e non sempre definibili a priori: moderazione del traffico, marciapiedi condivisi, corsie e piste ciclabili. Ma anche attrezzature per la sosta, intermodalità e molto altro.
Non stiamo allora prefigurando soluzioni per la ciclabilità su corso Buenos Aires. Ma riteniamo indispensabile che la ciclabilità esista. E’ cioè irrinunciabile che la bici abbia un ruolo visibile e specifico nella platea degli utilizzatori del corso, con soluzioni pensate, sia per la mobilità sia per la sosta, sin dal progetto e non rimediate a posteriori.
D’altro canto, l’asta corso Buenos Aires-corso Venezia assume anche un significato simbolico, essendo una delle più trafficate dal punto di vista ciclistico, come risulta dai nostri periodici censimenti (con oltre il 10% di tutti i passaggi registrati).
CICLOBBY ha quindi deciso di intraprendere una battaglia civile, che sia anche culturale e politica, affinché l’affermazione del diritto alla mobilità sostenibile e gli impegni assunti si traducano poi in scelte coerenti e responsabili.
Vorremmo costruire un’azione che coinvolga consiglieri comunali e di zona, di maggioranza e di opposizione, operatori commerciali sensibili, associazioni di via (come AscoBaires), comitati di quartiere, associazioni culturali come quella degli amici del Teatro Elfo Puccini, affinché la questione della ciclabilità di corso Buenos Aires, nella realizzazione del previsto progetto di riqualificazione, non venga accantonata.
Proviamoci insieme.