posted by Presidente on 08/11/2009
Il sindaco Letizia Moratti, nel corso di una intervista itinerante condotta da Isabella Bossi Fedrigotti a bordo di un tram della linea 14 (Magazine n. 43 del 29 ottobre 2009), ha fatto cenno anche ai temi della mobilità ciclistica.
Com’è ovvio per dire che Milano, giustamente, vanta oggi il bike sharing, che prima non c’era. E promettendo che in futuro – entro il 2011 – ci saranno venticinque chilometri di nuove piste.
Quando però le viene fatto osservare che i problemi sono molto più estesi (citando l’esempio concreto di via Torino e della sua sostanziale inaccessibilità alle bici) e che la rete ciclabile, pur così ampliata, resterà poca cosa rispetto a quella di altre metropoli europee, il sindaco risponde quasi allargando le braccia: «Bisognerebbe cambiare la mentalità… ».
Dato che questa stessa frase, trita e condita in varie salse, l’abbiamo già sentita pronunciare molte volte nell’arco degli ultimi venti anni a propria discolpa dai sindaci e dagli assessori che si sono succeduti, ci piacerebbe che finalmente si dicessero le cose chiare, assumendosi anche delle responsabilità politiche.
Cambiare la mentalità: di chi? Dei cittadini? O di chi governa?
Signor Sindaco, su questo fronte, sul vasto fronte della mobilità ciclistica, i problemi sono noti da tempo e le analisi ampiamente condivise. Ci sono numerose e consolidate esperienze internazionali di successo che basterebbe in molti casi saper imitare bene. Esisteva anche un Piano della Mobilità Ciclistica, alla cui elaborazione abbiamo collaborato, che è stato chiuso in qualche cassetto a doppia mandata. Le soluzioni ci sono, ma occorre volerle perseguire con provvedimenti concreti. Siamo stanchi di dover continuare a visitare e rivisitare con monotona ripetitività le stesse questioni da decenni. Allineando frustrazioni.
Non è solo questione di piste ciclabili: né delle attuali, scarse, discontinue e spesso malandate, né delle future. Noi, come tutti i cittadini che scelgono da tempo la bici per la propria mobilità quotidiana, nonostante la palese mancanza di attenzione concreta alla “ciclabilità diffusa” in città e spesso anche alla sicurezza stradale, attendiamo con pazienza (e ormai anche con una certa impazienza!) che dalle parole si passi ai fatti.
Ma non vorremmo dover constatare, per l’ennesima volta, il tradimento delle aspettative e delle molte promesse.
La frase del sindaco Moratti ci sembra un sintomatico campanello di allarme: la mentalità che deve cambiare è anche quella di chi ci governa. Innanzitutto per un principio etico di responsabilità.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY Milano)