Torniamo su un tema già affrontato, prendendo spunto da una lettera pubblicata sul Corriere della Sera il 21 maggio 2009.
BICICLETTE Rovinata dal porfidoEugenio Galli lamenta la presenza di «cubetti di porfido pericolosamente disseminati sul selciato» in piazza Sempione. Confermo: ne ho preso uno lo scorso sabato, sono rimasta in sella, ma ho rotto diversi raggi della ruota posteriore. La ruota è da sostituire, al prezzo di 35 euro. Il Comune rimborsa il danno? Livia Buseghin Per non lasciare altri dubbi, affidiamo il commento alle immagini: qui a seguire trovate un po’ di scatti sulla situazione esistente ancora sino a qualche giorno fa nella centralissima isola pedonale dell’
Arco della Pace.
Va detto che, giusto il 16 giugno, le buche sono state coperte con del catrame. E i cubetti di porfido sparpagliati sul selciato – almeno sul fronte verso corso Sempione – in gran parte rimossi.
Certo, un intervento è meglio in questi casi che nessun intervento.
Anche se, considerato il pregio dell’area, auspichiamo che sia solo una sistemazione provvisoria e che quella definitiva restituisca finalmente decoro e fruibilità a questa bella piazza, che non ha di fatto mai visto completato il progetto di riqualificazione dell’architetto Viganò, risalente a molti anni or sono.
Qui il servizio fotografico
Suona quasi incredibile, ma è vero.
Nelle scorse settimane, al termine di alcuni lavori di rifacimento della segnaletica
in viale Cassala, ha fatto la sua comparsa a Milano la prima, e sinora unica,
corsia ciclabile: costeggia nei due sensi il ponte delle Milizie.
Finalmente, dopo anni e decenni, assistiamo a un
intervento che va salutato con favore, e
a cui va il nostro plauso. Un intervento come potrebbero (e dovrebbero) essercene a centinaia nella nostra città, replicabile e moltiplicabile in brevissimo tempo in numerosi altri casi.
La segnaletica della corsia di viale Cassala dà affidamento, ci pare chiara ed accurata, sia nelle indicazioni longitudinali sia nei punti di intersezione in entrata e in uscita dal cavalcavia. Una
valutazione positiva, quindi.
Cosa non va? Che ha tutto il sapore di un
esperimento, oppure (peggio) che è un ennesimo caso di
frammentazione e risulta, in questo senso, come la nuova proiezione di un film già visto tante volte.
La corsia non supera infatti i seicento metri, la lunghezza del ponte su cui insiste:
prima e dopo, il ciclista si deve arrangiare. Mentre si trova peraltro a percorrere i trafficati viali della circonvallazione esterna, non stradine campestri.
E’ impossibile fare a meno di osservare, non senza sofferenza, che questo è da sempre il maggior limite che ha caratterizzato gli interventi per la ciclabilità a Milano, divenendone l’emblema: realizzazioni limitate, tardive, incomplete, scollegate, non sinergiche, mancanti di una visione di insieme che appaia percepibile.
Dopo due anni e mezzo di annunci e promesse roboanti, chiediamo solo un pochino di
audacia, su una strada che può essere quella giusta, ma che richiede di essere perseguita con determinazione ed umiltà: non vorremmo attendere altri venti anni per avere qualche altro mozzicone!
L'articolo completo verra' pubblicato sul prossimo numero del Notiziario che verra' distribuito ai soci nelle prossime settimane.
(Le foto sono di Eugenio Galli)