posted by Presidente on 20/11/2008
Riportiamo qui a seguire l’intervista al presidente di Fiab CICLOBBY Eugenio Galli, curata da Massimo Pisa sulle pagine milanesi del quotidiano la Repubblica.
“Piste ciclabili e parcheggi: bisogna fare molto di più”
«Il prossimo passo? Il limite dei 30 all'ora in tutti i controviali. Non bisogna abbassare la guardia, bisogna pensare alle migliaia di milanesi che lasciano la bici a casa per paura. Milano si può girare in bicicletta: ha pure la forma di una ruota». Eugenio Galli, presidente di Ciclobby, incassa la sospirata partenza del bike sharing e rilancia.
Soddisfatto, Galli?
«Fiducioso. Ma spero che non ci si limiti al bike sharing. E' un' importante opportunità per Milano, senza dubbio, al di là del ritardo con cui parte, i plurimi annunci, le gare deserte, il ricorso al Tar di agosto. Ci auguriamo che parta al meglio».
Spieghi.
«Per dare un segnale concreto, non si può arrivare dopo quasi tre anni al governo della città con un pacchetto di bike sharing che parte solo per una parte di Milano».
Ce l' ha col sindaco perché le bici, per ora, si potranno affittare solo in centro?
«No, però chiediamo uno sforzo di chiarezza. Non imputiamo a Letizia Moratti la situazione di grave arretratezza di Milano, dovuta a responsabilità plurime e pluridecennali. Citiamo due elementi di fatto: il sindaco è in carica da due anni e mezzo, tra poco saranno tre quarti di mandato, non si può continuare a ragionare su cosa è stato nel passato. E questo sindaco aveva detto sin dalla campagna elettorale, e ribadito successivamente, che la mobilità ciclistica è un tema prioritario del suo mandato».
Dunque?
«Dunque soddisfazione, ma vorremmo si evitassero toni trionfalistici. Chiediamo più umiltà, lavoro costante e quotidiano per la bici, un forte impegno sul presente, dire come e dove si applicano i provvedimenti. Nel concreto, devono decollare altre misure a sostegno della mobilità su due ruote».
Quali?
«Indico quattro filoni. La mobilità, che va dai provvedimenti di moderazione del traffico auto alle piste ciclabili, alle corsie ciclabili che sono solo segnaletica. La sosta, i parcheggi per le biciclette, spesso legate a pali luce, semafori. L' intermobilità, parcheggi di corrispondenza in stazioni ferroviarie, metro e fermate di bus e tram. E i servizi all' utenza: bike sharing, ma anche bicistazioni e segnaletica. Chiediamo una svolta culturale».
Dica.
«Assegnare alla bici il ruolo che le spetta e che i cittadini chiedono. Di strumento di mobilità quotidiana, non solo episodica o per il tempo libero. Se voglio portare i figli a scuola, andare a fare la spesa, al lavoro, devo poterlo fare avendo tutto il supporto necessario. Come avviene dovunque in Europa».
Tutta colpa dell' amministrazione?
«No, devono cambiare anche i comportamenti dei singoli. Ma faccio due esempi. Al Salone del ciclo, Fiera di Rho-Pero, sarà impossibile andare in bici: quell'opera, costata milioni, è e rimane una frattura sul territorio. E vedrete la nuova stazione Centrale: in termini di accessibilità alle bici ci sarà molto da ridire».
MASSIMO PISA