Caro direttore,

il terribile squarcio che in piazza Sant'Ambrogio costeggia il lato della Basilica, dove si affacciano i due campanili, l'abside e l'inizio del porticato bramantesco, squarcio iniziato più di due anni fa, è fermo da sette mesi, e nulla fa sperare che stiano programmandone la chiusura.

 

Le proteste dei cittadini, degli storici dell' arte, la denuncia presentata da Italia Nostra, il grido di dolore del Fai, la mozione del Consiglio di Zona 1, le iniziative di diversi consiglieri comunali, non hanno avuto alcuna risposta.

 

L'amministrazione comunale non si pronuncia, e si accontenta di citare il parere positivo di un gruppo di esperti, da loro scelti, e di certo quindi non obiettivi. Operazione costata al Comune parecchie migliaia di euro, come riportato da Il Sole 24 Ore del 6 febbraio.

 

Non è certo inutile ricordare che la Basilica di Sant'Ambrogio è patrimonio artistico dell'Umanità e la sua salvaguardia è dovere di tutti noi cittadini, delle istituzioni culturali e non solo, come è stato intenzionalmente detto, interesse privato di chi abita in zona.

 

Come pure non è inutile sottolineare le difficoltà del traffico automobilistico pubblico e privato, e la pericolosità di quello pedonale nella ridotta striscia lasciata libera dal raddoppio dello scavo. Ma il caso di piazza Sant'Ambrogio, emblematico, indice di grave incultura, ricorda anche quello di piazza Meda, della Darsena, di altri orrendi buchi presenti nel centro storico di Milano, buchi che indignano i milanesi, e fanno amaramente sorridere se riferiti ai mirabolanti programmi dell' amministrazione per ospitare l'Expo.

 

Questi progetti di parcheggio sotterraneo, concessi purtroppo dalla precedente giunta, senza il controllo di un piano urbanistico, né della loro ubicazione, né della loro utilità, mentre l'Ecopass intende dissuadere l'uso delle auto private, sono certamente difesi solo dall'arroganza e potere delle imprese costruttrici, destinatarie di un mirato profitto economico.

 

È grave pensare che l'amministrazione attuale, e il suo sindaco, signora Letizia Moratti, si assumano la imperdonabile responsabilità di non interrompere questi scempi e di non sanare questa situazione della città.

 

Facciamo appello all'importanza del loro potere decisionale, ma anche ci rivolgiamo alle imprese costruttrici, affinché con un coraggioso atto di responsabilità e coscienza, sospendano l'esecuzione di queste opere per non svilire i valori storici e culturali della città, della quale anch'essi sono abitanti.