posted by Presidente on 11/12/2007
Tra qualche giorno, il 2 gennaio, prenderà finalmente il via l’esperimento del ticket “alla milanese”, meglio noto come Ecopass.
Ci si è arrivati dopo un percorso lungo e tormentato, in cui la natura, l’oggetto, l’estensione, l’esistenza stessa del provvedimento sono stati più volte rimessi in discussione, anche all’interno della maggioranza che guida la città, con una successione di compromessi al ribasso dettati soprattutto dal timore di mettersi contro alcune categorie di cittadini ed elettori (il c.d. “partito dell’automobile ad ogni costo” che, si badi bene, costituisce una minoranza nella città, per quanto molto attiva e a volte assai rumorosa). Tra essi i rappresentanti dei commercianti, da sempre ostili ai provvedimenti di limitazione del traffico.
L’ultima discussione all’interno della Giunta di Palazzo Marino è costata il posto all’assessore alla Salute, Carla De Albertis. Paradossale ma assai sintomatico il suo voto contrario: evidentemente, a qualcuno non risulta ancora del tutto chiaro che l’inquinamento nuoce anche alla salute di tutti i cittadini, che provoca malattie e morti e non solo qualche passeggero disagio, e che, alla base, c’è un tema fondamentale di qualità della vita nella nostra città, di tutela degli interessi collettivi, anche costituzionalmente protetti, come il diritto alla salute, che non possono essere ogni volta subordinati agli interessi economici e al profitto.
Peraltro, Milano mette sempre molta enfasi in ciò che fa, quasi come se dovesse ogni volta evidenziare che è la prima della classe, sottolineare che la sa più lunga, che fa sempre qualcosa meglio degli altri.
A volte un po’ di umiltà gioverebbe forse di più.
Come dunque non notare la campagna di comunicazione sul ticket, partita in questi giorni?
Annunciano i manifesti: “Con Ecopass via libera alle auto che non inquinano”.
Orbene, considerato che le auto inquinano anche da ferme, a voler dire fino in fondo le cose come stanno, l’unica auto che non inquina è quella che non c’è. E dunque occorre privilegiare mobilità alternative all’automobile: bici, mezzi pubblici, mobilità pedonale, car sharing...
Questa è la vera sfida per Milano, bisogna esserne consapevoli.
Si dice giustamente che Milano “attrae ma non trattiene”: questa è un’occasione importante per invertire una tendenza altrimenti non reversibile.
Disabili, anziani, bambini, pedoni, ciclisti: cittadini cui va restituita libertà, autonomia e sicurezza negli spostamenti. Interpretare i loro bisogni significa saperne assumere il punto di vista, collocarsi nella loro prospettiva visuale, smettendo di pensare, come sin qui si è fatto, che l’unica mobilità debba essere quella invasiva dell’automobile privata sempre e comunque (anche se a motore cosiddetto “pulito”), e le altre semmai a seguire. O la città si occupa finalmente di loro, o non è una città, ma una giungla.
Si provi a chiedere a un genitore come riesce a muoversi in città con i propri bambini, con o senza passeggino. Oppure a domandare a un disabile con quale grado di autonomia riesce a spostarsi a Milano. O invece a interrogare i molti che nella nostra città ancora temono di utilizzare la bici, chiedendo loro “perché” e ascoltandone le ragioni.
C’è una mobilità “disarmata” che attende risposte.
E’ nell’interesse di tutti che questo non lo si dimentichi.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus e coordinatore regionale FIAB Lombardia)