posted by Presidente on 10/05/2012
Anziché interrogarsi sulle ragioni di un divieto, e sui tortuosi percorsi cui i ciclisti sono tuttora costretti, il lettore Maurizio Naro (posta dei lettori, Corriere della sera, 10 maggio 2012) tesse le lodi dei tre cicloturisti che, di fronte al divieto di accesso alle bici nel tunnel di Porta Nuova, hanno fatto marcia indietro.
Poiché anch’io sono fra i ciclisti che “impunemente” attraversano il tunnel di Porta Nuova, pomposamente definito a suo tempo dai giornali “tunnel ecologico”, vietato al transito delle bici sin da pochi giorni dopo la sua fastosa inaugurazione (ordinanza 26 agosto 2009), senza un vero motivo e senza indicazione di un percorso alternativo fattibile, e nonostante la sua posizione strategica anche per la vicinanza alla stazione ferroviaria, spero ardentemente di essere prima o poi multato per questo.
Visto che il Comune sino ad oggi non ha risposto alle richieste formalmente inviate anche alla Direzione di settore competente a proposito della denegata accessibilità alle bici di quel manufatto, con lettera protocollata del 6 ottobre 2009, né alle successive manifestazioni, alle proteste, e neanche alle istanze rivolte agli uffici del difensore civico, magari in Tribunale potrei avere finalmente le risposte che invano molti cittadini cercano da alcuni anni.
Questa città va resa concretamente accessibile alle bici. E, come anche questo caso dimostra, è sempre una dura lotta. Fino a quando dovremo pazientare?
Eugenio Galli (presidente Fiab Ciclobby onlus)