posted by Presidente on 28/01/2012
Qualche sera fa, una signora di 53 anni in bici, Alessandra Galdabini, al rientro dal lavoro, in piazza della Repubblica, ha subìto lo scippo della borsa che si trovava nel cestino, è caduta rovinosamente al suolo e si trova ora in coma in ospedale. Un fatto orribile che lascia sgomenti e crea anche un senso di insicurezza diffuso, perché è facile immedesimarsi e ritenere che chiunque potrebbe esserne vittima.
Sarebbe grave se il timore di subire aggressioni e rapine dovesse aggiungersi alle paure dovute alla circolazione nel traffico, ai frequenti furti di bici, ai molti deterrenti che già esistono all’uso diffuso della bicicletta.
Sarebbe grave anche perché una simile percezione di insicurezza, non importa quanto oggettivamente fondata, disincentiverebbe fortemente la scelta di utilizzare la bici per i propri spostamenti, indirizzando le preferenze di mobilità a favore di modalità ritenute più “protette”, magari solo perché circondate da un abitacolo chiuso, come quello di un’automobile.
Non deve accadere.
Segnaliamo in proposito una stimolante riflessione di Isabella Bossi Fedrigotti, dal Corriere della sera del 27 gennaio 2012.