Quella delle bici sui marciapiedi è una polemica che, periodicamente, si affaccia nel dibattito pubblico, ma che è spesso segnata da gravi incomprensioni.
Come testimonia lo scambio di corrispondenza qui sotto riportato, cui abbiamo cercato di dare una risposta per cercare di rimettere il dibattito su binari più corretti.
Nella rubrica Posta celere curata da Piero Colaprico su la Repubblica, il 7 gennaio è apparsa la seguente lettera del sig. Giorgio Corona.
LE CICLOPISTE GIALLE NON VANNO BENE
Giorgio Corona (Milano)
Gentile Colaprico, vedo che è in preparazione un progetto per piste ciclabili, guarda caso da realizzare sui marciapiedi. Pensavo bastasse l'assurdità delle ciclabili attorno alla cerchia: "protette" con una riga gialla e si salvi chi può. Come afferma il signor Montieri di Ciclobby, "i marciapiedi sono nati per ospitare anche le biciclette": Questo non lo sapevo, ma allora vorrei ricordare che sono a disposizione anche delle moto, autorizzate e abusive e c'è da chiedersi se già in queste condizioni sia garantita la sicurezza dei pedoni. "Temendo il peggio, l'uomo si abitua a tutto", verissimo in casi estremi, ma per ora protesto, sperando non diventi un caso estremo.
Piero Colaprico ha così risposto:
Concordo con il lettore: stiamo curando l'infarto del traffico con i cerotti contro il mal di schiena, i ciclisti non hanno più diritti di altri solo perchè sudano, è una propaganda fasulla, alcuni poi pedalano da schifo.
Valerio Montieri, del Gruppo tecnico di Ciclobby, ha a sua volta replicato come segue.
Riguardo alla frase a me attribuita dal sig. Giorgio Corona nella lettera pubblicata il 7 gennaio vorrei precisare che quella segnalazione è estrapolata da un vostro articolo del 14 dicembre scorso relativo alla presentazione del progetto Ciclomilano.
Ma contestualizzarla è fondamentale: infatti, come correttamente in quella occasione riportato dal vostro Luca De Vito, io mi riferivo in quel caso ai marciapiedi del “nuovo” quartiere Bicocca, molto ampi, ove la pavimentazione è realizzata con due colorazioni differenti, e dove esistono alcuni scivoli non completati.
Il nostro progetto, nato e condiviso con i comitati di quartiere ed il consiglio di zona, intende completare quei percorsi e metterli in rete con le piste ciclabili esistenti. Ci sembra importante valorizzare una risorsa esistente per favorire la ciclabilità diffusa, con interventi a basso costo, per giunta in un quartiere universitario, qual è appunto quello della Bicocca.
Ricordo inoltre che la realizzazione di corsie ciclabili su marciapiedi è consentita dalla normativa esistente (cfr. art. 39 comma 2 Codice della Strada e Regolamento CdS art. 122, comma 9 lettera c), oltre a quanto definitivamente chiarito dal Decreto ministeriale n. 557/1999 recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, art. 6, comma 2 lettera c) ed è una soluzione attuata in molte città italiane ed europee proprio per dare continuità ai percorsi ciclabili. Il tutto va pensato ove è possibile e utile, mantenendo gli standard di sicurezza di ciclisti e pedoni. Non a caso Ciclobby era stata fortemente contraria al percorso sperimentale realizzato dalla precedente amministrazione, fra via Padova e la Martesana, con un itinerario tortuoso, su marciapiedi stretti e molto frequentati dai pedoni.
Detto questo, vorrei concludere ricordando che la nostra associazione si batte da almeno un paio di decenni perché la bicicletta possa restare in strada. In sicurezza. Riducendo lo spazio dedicato alle auto. Nessun piano di occupazione dei marciapiedi o tolleranza di comportamenti scorretti e arroganti. La moderazione del traffico, la segnaletica, l’educazione stradale sono gli strumenti che spesso richiamiamo (anche nel progetto citato www.ciclomilano.it) per rendere Milano ciclabile e quindi vivibile.