posted by Presidente on 08/11/2011
Pubblichiamo la lettera che Anna Gerometta, dei Genitori Antismog, ha inviato al sindaco Pisapia.
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Milano, 7 novembre 2011
Caro Sindaco,
ho due bambini di 10 e 12 anni, come Giacomo.
Da anni insegno loro che per avere una città più pulita, vivibile e meno inquinata, occorre che ognuno faccia la sua parte, lasci a casa l’auto e organizzi la propria vita, scuola, attività e svaghi , a portata di bici, o di mezzo pubblico. Persevero nel non usare l’auto, anche quando sarebbe molto più comodo.
I miei figli, ora alle medie, vanno da anni a scuola in bici. “Alle elementari” ho lottato per 6 anni, invano, perché venisse messo in sicurezza l’attraversamento che dalla pista ciclabile conduceva a scuola (5 metri).
L’allora vigile di quartiere, che sento vicino per condivisione di intenti, all’ultimo rifiuto del servizio competente, mi ha confessato che nel presidiare l’attraversamento alla mattina, avrebbe d’ora in poi girato le spalle all’incrocio, per il senso di impotenza che provava. Dopo anni il comune ha realizzato, quattro giorni prima delle ultime elezioni comunali, un attraversamento solo pedonale, senza messa in sicurezza alcuna, senza scivoli o congiunzione della pista ciclabile, per consentire ai genitori che parcheggiano l’auto nel grande spazio antistante di raggiungere la scuola senza troppa fatica dal parcheggio. Per noi, invece, nulla.
La stessa scuola è circondata da strisce di sosta dipinte in curva, in palese violazione del codice della strada, dove le auto parcheggiate impediscono la visibilità degli attraversamenti e la sicurezza degli scolari. Eppure, nei “miei” 7 anni di elementari quegli spazi sono stati ridipinti 3 volte almeno.
Pochi giorni fa, alle 8 del mattino, un automobilista al mio fianco (ero in bici), invece di fermarsi al passaggio pedonale, ha accelerato sfiorando alcuni studenti che attraversavano la strada. Si è fermato pochi metri avanti, in coda. Il vigile che presidiava l’attraversamento (davanti ad una scuola elementare) ha assistito placido alla scena; alla mia richiesta pacata di prendere la targa dell’auto, mi ha suggerito che la città non è un luogo perfetto e che occorre essere tolleranti.
Da quando sono nati i miei bambini, accompagnandoli a scuola, ho dovuto discutere con chi non rispettava gli attraversamenti pedonali, con chi parcheggiava sul passo carraio della scuola impedendoci l’arrivo a destinazione (in bici), con chi si fermava davanti a scuola per decine di minuti lasciando il motore acceso, ho invano chiesto l’abolizione di spazi di sosta, che costeggiando in curva un breve tratto di una pista ciclabile, rendono virtualmente invisibile chiunque debba affacciarsi nel punto in cui il percorso ciclabile termina in un attraversamento.
Negli anni ho constatato che ad ogni richiesta di intervento i vigili sono, sempre, sistematicamente, impermeabili. Spesso, non per cattiva volontà del singolo. Ma perché – intuisci – le direttive sono inconciliabili con l’atteggiamento del vigile che volesse fare rispettare le regole, facendole prevalere sull’incontrastata tolleranza delle violazioni. Intuisci parlando con i vigili che chi lo facesse potrebbe avere addirittura dei guai.
E ora mi chiedo se sia giusto. Giacomo è i miei figli. Io oggi mi sento la mamma di Giacomo.
E’ giusto che io insegni ai miei figli a muoversi senza usare l’auto, in una città in cui la loro sicurezza di pedoni o ciclisti viene sistematicamente considerata meno importante di ogni altra istanza?
E’ giusto insistere nel non usare l’auto, quando chi ha il compito di amministrare e garantire la sicurezza delle strade, anche e soprattutto degli utenti più deboli, è appiattito e complice del malcostume imperante?
E’ giusto, per difendere un principio, continuare ad esporre consapevolmente i propri figli, a quegli stessi pericoli conosciuti, denunciati e sistematicamente ignorati da chi avrebbe il compito di ridurli o eliminarli?
E’ giusto avere paura ogni mattina per loro, consapevole che gli incidenti a Milano sono quasi sempre il frutto di anni di tolleranza nei confronti dell’eccessiva velocità, delle violazioni dei divieti di sosta, della sistematica e impunita violazione delle precedenze e degli attraversamenti pedonali, o ancora della mancata predisposizione da parte degli organi competenti di semplici accorgimenti?
E’ giusto chiedere ai cittadini di lasciare a casa l’auto, se in alternativa si propone loro una mobilità pericolosa e insicura?
Chiedo alla Sua amministrazione una svolta e al servizio mobilità di istituire un servizio dedicato che riprenda in mano tutte le segnalazioni di pericolosità fatte dai cittadini intervenendo in modo adeguato e tempestivo, mettendo la sicurezza davanti a qualsiasi altra considerazione.
Come cittadino che ha riposto in Lei fiducia il giorno del voto Le chiedo di cambiare i vertici del corpo dei vigili urbani, perché chi ha tollerato questo stato di cose per tanti anni non può gestire efficacemente e in modo credibile una simile svolta.
Che la vita di Giacomo valga almeno, da parte della città e di chi la amministra, una reazione forte perché legalità e civiltà riprendano corpo nelle strade.
Anna Gerometta