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Parcheggio di Sant’Ambrogio: il coraggio di fare retromarcia
posted by Presidente on 03/09/2011

Riportiamo qui a seguire l’interessante intervento a firma del prof. Marco Vitale, Parcheggio di Sant’Ambrogio: il coraggio di fare retromarcia, pubblicato sulle pagine milanesi del Corriere della sera del 1 settembre 2011, e ora anche sul sito di “Allarme Milano, Speranza Milano”.
 
Ricordiamo che è in corso una raccolta di firme avviata da Italia Nostra, che può essere sottoscritta a questo link: http://www.petitiononline.com/1z2a3b4w/petition.html
 
Fiab CICLOBBY onlus
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Fare retromarcia sul parcheggio di Sant’Ambrogio
 
Se fossi stata io l’assessore o il sindaco negli anni passati non avrei mai pensato di farlo quel parcheggio”. Così l’assessore al demanio, Lucia Castellano, sul parcheggio sotterraneo a fianco di Sant’Ambrogio. Ha poi concluso: tuttavia non possiamo fermarlo perché la penale ed i costi connessi – stimati in 10 milioni di euro – sono troppo alti per le condizioni attuali e prospettiche del bilancio del Comune. Così, attraverso l’assessore competente, la giunta Pisapia prende posizione sul super discusso parcheggio sotterraneo a fianco di Sant’Ambrogio.
 
È questo un modo di ragionare e di affrontare il problema non accettabile. L’assessore può dire: a seguito dell’impegno di Pisapia in campagna elettorale di sospendere il parcheggio abbiamo riesaminato la cosa; abbiamo concluso che forse non è il massimo per noi ma che è pur sempre accettabile, che rientra nella nostra visione del PGT e soprattutto nel nostro piano di mobilità urbana; per questi motivi abbiamo concluso che è utile completarlo.
 
Se, invece, come molti credono e come sembra pensare anche l’assessore competente, si tratta di una volgare ferita ad uno dei luoghi più affascinanti di Milano (sarebbe come fare un parcheggio sotterraneo in Piazza S. Pietro o a fianco del Battistero di Firenze), se invece è una cosa negativa per Milano, allora non lo si deve fare. Bisogna che la Giunta si assuma le sue responsabilità collegiale e non si nasconda dietro alla, pur rispettabile, questione dei soldi. Abbiamo una riprova empirica: la Piazzetta Borromeo era uno dei luoghi più delicati e intimi di Milano sino a pochi anni fa (io possiedo un bel dipinto della moglie francese di Inganni che lo inquadra in tutto il suo fascino). Poi è stato fatto uno sciagurato parcheggio sotterraneo e la Piazzetta Borromeo è diventata un luogo orrendo dove si passa il più in fretta possibile e basta. Non possiamo continuare a rovinare Milano, per questione di soldi.
 
È vero che la precedente giunta ha ottenuto tutte le autorizzazioni del caso ma queste non sostituiscono il giudizio di merito del Comune sugli aspetti estetici, sulla funzione del luogo, sull’inserimento del progetto nel piano generale della mobilità cittadina. È vero che la precedente giunta ha anche raccolto il parere di una commissione di specialisti di estetica urbana, ma qui l’opinione pubblica è stata ingannata. A tale commissione infatti non è stato chiesto se fare o non fare il parcheggio sotterraneo; dato per deciso il parcheggio, alla commissione è stato semplicemente chiesto come attenuare ed armonizzare l’effetto dello stesso nel contesto urbano. È vero che la Diocesi milanese e i responsabili di Sant’Ambrogio non hanno mosso dito per difendere la sacralità del luogo e della Basilica che perfino Federico Barbarossa rispettò. Ma questa insensibilità degli enti religiosi è una storia tristissima che tuttavia non giustifica lo scempio da parte di amministratori responsabili. È vero che molti degli argomenti degli oppositori, pericolo di crolli e simili, erano campati per aria, ma gli altri argomenti restano e sono pesanti.
 
Le domande cruciali sono: rientra questo manufatto nella visione estetica cittadina della giunta? Rientra questo manufatto nella funzione che il PGT assegna a questa bellissima parte di città? Rientra questo manufatto nel piano generale della mobilità cittadina e dato che questo ancora non esiste non sarebbe meglio aspettare di poterne disporre? Ha senso economico andare avanti a fare questa roba quando a poche centinaia di metri esistono parcheggi quasi sempre vuoti?
 
Se a queste risposte si risponde negativamente, è insensato, economicamente, giuridicamente, e politicamente andare avanti. Completare questa roba insensata, questi sì sono soldi gettati! In altra veste di responsabile di funzioni pubbliche mi è capitato di bloccare progetti pubblici insensati che avevano tutte le dovute autorizzazioni ma che erano nati soprattutto attraverso la corruzione. I funzionari competenti minacciarono sfracelli di penali e di azioni da parte della Corte dei conti. Fu allora che imparai che la stima delle penali fatte dai funzionari sono, quasi sempre, almeno il doppio del costo effettivo; che dei buoni negoziatori, professionisti e non funzionari, sono capaci di ridurre fortemente tali penali anche perché c’è una consolidata giurisprudenza che afferma che quando un Comune, a seguito di un diverso orientamento della politica cittadina, cancella dei progetti, è tenuto giustamente a risarcire i danni dell’imprenditore ma non anche a pagare quella parte di penale che i contratti sempre prevedono per i mancati futuri profitti; ed anche perché gli imprenditori in questione hanno sempre qualche altra cosa da fare per questa città. Fu anche allora che imparai che la Corte dei conti, in questi casi, apre doverosamente una procedura di verifica ma quando vede le buone ragioni chiude la partita. E quindi non è il caso di agitare troppo questo spauracchio.
 
Quindi se si sospenderà il progetto ci sarà un risarcimento danni importante da pagare. Ma questo sarà probabilmente molto inferiore a quello che si dice. In ogni caso questo costo va ammortizzato sui prossimi mille anni. Perché questa ferita che si sta infliggendo a Milano almeno tanto durerà. Io credo che questa somma, oggettivamente ingente, ma in fondo, piccola per un grande bilancio come è quello del Comune di Milano, non è tale da annullare e giustificare la clamorosa contraddizione dalla quale ho preso le mosse.
 
E, poi, si apra una sottoscrizione ad hoc per reperire i fondi necessari. Personalmente sono pronto ad aprirla con un contributo di 10.000 euro pur di fermare questo orrore cittadino. Si tratta di trovare un altro piccolo pugno di milanesi disposti a fare altrettanto, magari invitando a partecipare anche l’imprenditore che sta conducendo la sciagurata operazione.
 
Marco Vitale
 
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