Domeniche a piedi: delusione per la rinuncia
La rinuncia alle domeniche a piedi - è di questo che si tratta - ci delude profondamente nel merito e nel metodo.
Nel merito, perché si è passati da una non necessaria sovrabbondanza (gratuità e sconti, sino alla tariffa giornaliera del biglietto ATM) al ritorno puro e semplice del traffico privato, per ora mitigato con iniziative a macchia di leopardo, abbandonando quelle giornate collettive di liberazione che sono state e sono importanti per ispirare una mobilità diversa nell'intera città.
Ci sembra che questa decisione sia ispirata soprattutto da una logica rinunciataria, in assenza di una vera controproposta e di una visione ampia e condivisa.
Nel metodo, poi, perché nonostante le promesse di condivisione non si è svolto nessun confronto, e non vi è stato neanche un tentativo di coinvolgerci per cercare una soluzione comune ai problemi economici dell'iniziativa.
La decisione è stata trattata come se la Giunta stesse decidendo di rinunciare a una sua festa. Dimenticando che le associazioni ambientaliste in questi anni non solo hanno chiesto e sostenuto scelte importanti in tema di ambiente e mobilità sostenibile, ma sono state anche parte attiva nella organizzazione di iniziative durante le DomenicheAspasso.
Abbiamo creduto nel valore culturale nelle DomenicheAspasso, assai maggiore della capacità di incidere sulla riduzione efficace e stabile delle emissioni inquinanti. E proprio per il significato di investimento culturale sulla città le abbiamo sostenute, collaborando alla loro realizzazione. Ci spiace che nessuno abbia sentito il dovere di coinvolgerci dimostrando così scarsa attenzione alla cultura della partecipazione che pure si è largamente propagandata.
Eugenio Galli (Ciclobby onlus)
Anna Gerometta (Genitori Antismog)
Damiano Di Simine (Legambiente Lombardia)
Paolo Hutter (associazione Eco dalle Città)
Paola Brambilla (WWF Lombardia)
Marco Parini (Italia Nostra)