Il racconto del capogita Pietro Scafati.

Pedaliamo sul cavalcavia che costeggia la stazione ferroviaria di Parona.Dall'alto estendo lo sguardo in lontananza, per individuare il percorso che ci consentirà di immergerci nell'ambiente bucolico e ricco di canali della campagna pavese. Superiamo il villaggio di Garbana diretti a Gambolò, il volo di un airone cenerino che ci accompagna per un breve tratto ci fa capire che siamo nel parco agricolo-fluviale che volevamo. Arriviamo a Gambolò, con la sosta caffè ci concediamo di visitare l'antica Roccaforte degli Sforza, ne apprezziamo il valido restauro nonché il parziale uso a parco pubblico che lo rende godibile ai visitatori. Proseguiamo: subito dopo Borgo S.Siro, una bella lunga strada, fiancheggiata da uno dei tanti canali del Ticinno e da alberi autoctoni ci carica di buon umore; tutti ci lasciamo andare più o meno sfrenatamente, e questa alternanza di inseguimenti e sorpassi avvenente fra noi ci dà una certa euforia. Attraversiamo Parasacco, costeggiamo Zerbolò, Gropello Cairoli, e sosta pranzo a Zinasco Nuovo in una pizzeria a conduzione familiare dove veniamo accolti con simpatia.Val la pena in proposito rilevare che la loro pizza è generosa e un po' eccezionale perché la misura del diametro è di circa 50 centimetri. Riprendiamo il cammino e qualcuno del gruppo mi ricorda che ha fatto poche foto, la rassicuro dicendo che la parte più bella del percorso è ancora da scoprire. Finalmente raggiungiamo la località Carbonara, nei pressi di Pavia che va descritta. Ci troviamo in un terrapieno che lambisce il fiume Ticino, ci offre scorci panoramici con spiagge bianchissime circondate da alberi in fase di germoglio, e tanto sole emergente da un cielo limpidissimo. Ci dirigiamo infine a Pavia dove concludiamo la gita con un ultimo veloce apprezzamento a Piazza Della Vittoria cuore del centro della città.

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