Dopo il grande successo delle passate edizioni, torna questo giro all'ombra dei vecchi e nuovi grattacieli di Milano.
L'ombra questa volta veniva proiettata dai lampi e fulmini che intorno ai partecipanti illuminavano il cielo, anche perché l'uscita era in programma per le 21.
Ritrovo come sempre presso il Planetario ai Giardini Montanelli. La nostra guida, l'architetto Valerio Montieri, accoglie tutti con un sorriso e raccoglie i dati dei partecipanti e la quota di iscrizione (l'assicurazione infortuni). Fa ancora molto caldo, Valerio sembra prossimo ad un collasso, per sua e nostra fortuna arriva un folto gruppo di reduci dall'aperitivo in sede dedicato ai volontari dell'associazione, tra cui spicca in abito rosa shocking Vanna Bartesaghi, la quale lesta come sua abitudine e specializzata in queste operazioni di registrazione, interviene ed evita una chiamata al pronto soccorso per rianimare il nostro.
Passa qualche minuto prima della partenza ed il tempo comincia a cambiare. Qualcuno nota a nord-est dei grossi nuvoloni neri, arrivano improvvise folate di vento che sollevano polvere e sabbia dei percorsi del parco, si sente qualche goccia. Nonostante questo ma con preoccupazione tipicamente ciclistica, partiamo.
Prima tappa a pochi passi dal Planetario dove sorge Casa Rasini del 1933 su progetto di Gio' Ponti (http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00055/). Retaggio di un'epoca in cui a Milano un palazzo di 10 piani veniva definito "grattacielo".
Il vento insistente e altre gocce di pioggia ci fanno volare lungo le ciclabili dei Bastioni e di via Vittor Pisani sino ai portici sotto la Torre Breda, di fronte a Palazzo Locatelli (1936). Fioccano le domande per la nostra guida, anche perché da quel punto si possono vedere tutti i vecchi grattacieli milanesi, dal Pirelli alle torri che presidiano piazza della Repubblica.
Altra fuga per arrivare in viale della Liberazione per incontrare i nuovi grattacieli. Sotto la Torre Diamante l'orizzonte cambia, da una parte i riflessi dei nuovi uffici costruiti sulle ex-Varesine e verso ovest la Spire che come un faro indica la via verso piazza Gae Aulenti.
Ci infiliamo nell'area pedonale tra la Torre Diamante ed i Diamantini e le Ville di Porta Nuova per ammirare i giardini progettati da Andreas Kippar. Da lì ci spostiamo all'incrocio tra via Joe Colombo e via Gioia, sotto le torri Solaria, Solea e Aria. La torre Solaria con i suoi 143 metri d'altezza e 37 piani è l'edificio residenziale più alto d'Italia. Anche se di residenti se ne vedono pochi, il buio è ormai sceso su Milano ma le finestre delle torri restano scure.
Scattiamo lungo via Castiglioni sino all'imbocco di Corso Como per salire lungo via Vincenzo Capelli ed entrare trionfalmente in piazza Aulenti. Lì lo skyline è particolare, da un lato chiuso dalle linee curve della Torre Unicredit (232 metri), dall'altro lo spazio ancora vuoto della Biblioteca degli Alberi (90.000 mq).
Da piazza Aulenti torniamo indietro ma questa volta in sopraelevata, passando per il nuovo ponte ciclopedonale che attraversa via Melchiorre Gioia e arriva sulla terrazza ai piedi della Torre Solaria. Il ponte di sera, illuminato, è molto bello, la terrazza poco illuminata, arredata in maniera essenziale, al limite dello spoglio.
Un momento di raccoglimento di fronte alle scale che scendono verso i giardini di Kippar già visti in precedenza dal basso. I progettisti hanno deciso di non costruire una rampa per i ciclisti, a cui non resta che spingere o trattenere la propria bici lungo le "canaline" in granito al centro delle 3 scalinate. Meglio di niente ma sono attimi di tristezza, scorre qualche lacrima o forse son gocce di pioggia.
Ritorniamo sui nostri passi sino alla base della Spire da cui è possibile vedere le Torri Garibaldi, di recente oggetto di un restyling estremo, e il Bosco Verticale, 2 palazzi di 23 e 16 piani, progettati da Stefano Boeri, caratterizzati dalla presenza di balconi e terrazze traboccanti di alberi e piante.
Tutti questi nuovi grattacieli sono stati progettati in maniera sostenibile e sfruttano al massimo pannelli solari, acque di falda, tecniche innovative di condizionamento, in modo da limitare il dispendio energetico tipico di questi edifici giganti.
Breve sosta nei guardini tra via De Castilla e via Confalonieri per ammirare uno dei palazzi non ancora completati, il Rasoio di proprietà dei Ligresti ed ora messo all'asta, dopo il fallimento del gruppo. Ed infine ci dirigiamo verso l'obiettivo finale del nostro tour, Palazzo Lombardia.
Lì veniamo accolti dalla pioggia il cui suono viene accentuato dalla volta che protegge l'area pedonale compresa tra i vari edifici. Temiamo il peggio ma in realtà di lì a poco la pioggia cessa e tutto torna normale.
Ultime spiegazioni della nostra guida, qualche altra domanda, lettura di un brano nostalgico, di quando lì c'era il Bosco di Gioia, saluti e poi tutti di corsa a casa o verso una gelateria, contenti di essere stati graziati da Giove Pluvio.