In pista la buona educazione
Isabella Bossi Fedrigotti, sul Corriere di sabato 8 settembre, ha scritto una stimolante riflessione sulle esigenze di sviluppo della ciclabilità a Milano: In pista la buona educazione.
Il presidente di Fiab Ciclobby, Eugenio Galli, le ha inviato la risposta a seguire.
Gent.ma dott.ssa Bossi Fedrigotti
Condivido le sue aspettative per una Milano che sia finalmente più ciclabile, non solo a parole.
Per intanto, continuo a constatare la crescita numerica dei ciclisti, mentre non vedo ancora, purtroppo, con altrettanta solerzia, migliorare concretamente le condizioni per l'uso di questo mezzo. Dal che consegue anche che molti, vuoi per inesperienza, vuoi per "paura", si arrangiano come possono. E tra essi non mancano anche un tot di persone arroganti e maleducate, che contribuiscono con la loro inciviltà a fomentare insensati antagonismi, del tutto simili a quelli dei capponi di Renzo. D'altro canto sappiamo bene che i difetti (o le virtù) non sono propri ed esclusivi di una categoria, ma sono trasversalmente distribuiti. E anche i ciclisti non fanno eccezione alla regola aurea ricordata nel bel saggio di Carlo Maria Cipolla.
Sottoscrivo quindi premesse e conclusioni del suo articolo di sabato ("In pista la buona educazione"). Tuttavia non condivido alcuni passaggi del suo ragionamento.